Cesare Battisti rassegnato e cortese: “So che andrò in carcere”. L’ex terrorista a Rebibbia, sei mesi in isolamento diurno

14 gennaio 2019

E’ apparso rassegnato, quasi liberato dal peso della latitanza che negli ultimi tempi lo aveva costretto a vivere da solo cercando luoghi sicuri, Cesare Battisti ai funzionari della Polizia che lo hanno incontrato nei locali dell’Aeronautica militare all’eroporto di Ciampino, dove questa mattina è atterrato proveniente dalla Bolivia: “So che andrò in prigione”, ha detto senza enfasi a chi gli ha rivolto la parola. L’ex terrorista ha poi cortesemente ringraziato gli uomini della Direzione centrale della Polizia di prevenzione per il trattamento ricevuto durante e dopo l’arresto e nel trasferimento verso l’Italia, in particolare per i vestiti più pesanti che gli sono stati offerti in aereo in vista dell’arrivo a Roma. Nel tempo in cui all’aeroporto di Ciampino gli sono stati notificati gli atti e i provvedimenti delle procure e dei tribunali italiani, non c’erano avvocati di Battisti.

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Cesare Battisti ha lasciato l’aeroporto di Roma Ciampino verso le 13. Dopo più di un’ora dall’atterraggio del Falcon che lo ha riportato in Italia dalla Bolivia, l’ex terrorista dei Pac è uscito dagli uffici dell’Aeronautica militare di Ciampino dopo che gli sono stati notificati gli atti e i provvedimenti cautelari delle procure e dei tribunali italiani che lo riguardano. Battisti è uscito senza manette dai locali dell’Aeronautica e scortato dalle forze dell’ordine è salito a bordo di un’auto della polizia: il corteo – formato da tre auto della polizia, un furgone della penitenziaria e, dall’alto scortato da un elicottero sempre della polizia – è partito verso la questura di Roma in via San Vitale, dove Battisti sarà fotosegnalato. A quel punto, concluse tutte le procedure di rito, per lui si apriranno le porte del carcere di Rebibbia.

La lunga fuga di Cesare Battisti è finita. Latitante dallo scorso mese, quando il presidente entrante del Brasile, Jair Bolsonaro, ha firmato l’estradizione in Italia, il terrorista dei Pac è stato arrestato in un blitz della polizia italiana e brasiliana, con criminalpol e antiterrorismo a Santa Cruz, in Bolivia. È stato fermato in strada, non era armato, non ha opposto nessuna resistenza. Ha parlato in portoghese per rispondere alla polizia e ha mostrato un documento brasiliano che confermava la sua identità. La svolta, per gli investigatori, è arrivata una settimana fa, quando il militante è stato individuato con certezza in Bolivia. Ora è arrivato a Roma, sbarcato all’aeroporto di Ciampino, e dopo essere stato prelevato dalla squadra speciale sarà condotto nel carcere d Rebibbia dove sconterà la sua condanna.

Dopo quasi 38 anni di latitanza Battisti è atterrato nella Capitale poco dopo le 11.30. L’ex attivista di estrema sinistra è stato consegnato ieri, domenica 13 gennaio, dalla Bolivia alle autorità italiane a Santa Cruz, nell’Est del Paese, da dove un aereo che lo ha riportato in Italia è decollato verso le 17 (le 21 ora italiana). È sceso, senza manette, accennando anche un sorriso dall’aereo che lo ha riportato in Italia dalla Bolivia. Ha rivolto qualche parola agli agenti che lo tenevano sotto braccio, poi è stato portato all’interno di una saletta dello scalo romano.

In cella da solo e 6 mesi di isolamento diurno è il trattamento carcerario che sarà riservato al terrorista rosso. Nel carcere di Rebibbia Battisti sarà collocato nel circuito di alta sicurezza riservato ai terroristi. Non potendo però in questa fase condividere l’ambiente detentivo con altri soggetti, ci sarà per lui una sistemazione ad hoc. Inoltre, dovendo scontare la pena dell’ergastolo, sarà sottoposto per 6 mesi ad isolamento diurno.

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