Donne e migranti spingono ripresa

Donne e migranti spingono ripresa
22 settembre 2017

Donne e migranti sostengono e spingono la ripresa nella zona euro. A scriverlo e’ il bollettino mensile della Bce, che conferma la revisione al rialzo della crescita per il 2017. “Durante la ripresa l’immigrazione ha dato un ampio contributo positivo alla popolazione in eta’ lavorativa – si legge – riflettendo soprattutto l’afflusso di lavoratori dai nuovi stati membri dell’Unione europea”. In particolare, l’immigrazione ha avuto un “effetto considerevole” sulla forza lavoro in particolare Italia e Germania, anche se il nostro paese – sottolinea l’Eurotower – resta comunque tra quelli in cui il tasso di disoccupazione resta alto. L’aumento della forza lavoro durante la ripresa economica e’ stato poi “trainato dalla partecipazione femminile”, che differisce da quella maschile “in larga parte per le divergenze esistenti fra il livello di istruzione degli uomini e quello delle donne”. Nella popolazione femminile in eta’ lavorativa “la percentuale di donne con un’istruzione terziaria e’ piu’ elevata rispetto all’analoga percentuale fra gli uomini” e ha inoltre subito “una crescita piu’ pronunciata” nel corso degli ultimi dieci anni rappresentando “una delle determinanti piu’ importanti della crescente partecipazione femminile alla forza lavoro”. Le proiezioni macroeconomiche per l’area dell’euro formulate dagli esperti della Bce prevedono dunque una crescita del Pil in termini reali del 2,2% per cento nel 2017, dell’1,8% nel 2018 e dell’1,7% nel 2019.

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I rischi per le prospettive di crescita nell’area dell’euro, sottolineano gli esperti, “rimangono sostanzialmente bilanciati. Da un lato, l’attuale dinamica positiva del ciclo accresce la probabilita’ di una ripresa economica piu’ vigorosa rispetto alle attese; dall’altro, permangono rischi al ribasso, riconducibili prevalentemente a fattori di carattere internazionale e all’evoluzione dei mercati valutari”. Quanto alle prossime decisioni di politica monetaria, il Consiglio direttivo dell’istituto centrale “ha pertanto mantenuto invariato l’orientamento di politica monetaria e decidera’ in autunno riguardo alla calibrazione degli strumenti di politica monetaria nel periodo successivo alla fine dell’anno”. I tecnici dell’Eurotower rivedono “lievemente al ribasso” le prospettive per l’inflazione che, spiegano nel bollettino, “hanno registrato un lieve aumento negli ultimi mesi, ma nel complesso rimangono su livelli contenuti”. Di conseguenza, “e’ ancora necessario un grado molto elevato di accomodamento monetario per consentire l’accumularsi graduale di spinte inflazionistiche e sostenere la dinamica dell’inflazione complessiva nel medio periodo”.

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L’espansione economica dell’area euro dunque “prosegue” e mostra segni di “crescente tenuta”, mentre “le misure di politica monetaria sostengono la domanda interna”. I consumi privati, evidenzia il bollettino, sono sospinti dagli incrementi dell’occupazione, che a loro volta beneficiano delle passate riforme del mercato del lavoro, e dall’aumento della ricchezza delle famiglie. La ripresa degli investimenti continua a essere sostenuta da condizioni di finanziamento molto favorevoli e da miglioramenti della redditivita’ delle imprese”. Secondo la Bce indicatori a breve e indagini congiunturali “confermano una robusta dinamica espansiva su orizzonti ravvicinati”. Inoltre la ripresa mondiale generalizzata “sosterra’ le esportazioni dell’area. L’attivita’ economica mondiale dovrebbe segnare un moderato rafforzamento, basato sul costante sostegno delle politiche monetarie e di bilancio nelle economie avanzate e su una ripresa delle economie emergenti esportatrici di materie prime”. Il commercio mondiale, prosegue la Bce, “ha perso vigore nel periodo recente, ma gli indicatori anticipatori continuano a segnalare prospettive positive. Nel complesso, la sempre piu’ diffusa ripresa mondiale attenuera’ l’impatto potenziale sulle esportazioni dell’incremento del tasso di cambio, che si e’ apprezzato del 3,4 per cento su base ponderata per l’interscambio dopo la riunione di politica monetaria del Consiglio direttivo di giugno”.

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