Berlusconi-Alfano, storia di una (lunga) crisi annunciata

17 febbraio 2014

Tutto inizia nel settembre 2013, ed esattamente il 30, quando Angelino Alfano, assieme agli altri ministri del PdL presenta, su indicazione del presidente Silvio Berlusconi, che vuole così reagire alla linea del Partito Democratico di votare a favore della decadenza dello stesso Berlusconi da senatore, dimissioni “irrevocabili” che successivamente vengono respinte dal presidente del consiglio Enrico Letta. La decisione di Letta si pone come sostegno all’azione politica svolta dai cinque ministri del Pdl che, insieme ad altri esponenti del partito, convincono il Cavaliere a recedere dalla decisione di votare la sfiducia al governo. Il dibattito interno al Pdl tra falchi (o lealisti) – decisi a sfiduciare il governo Letta per andare a elezioni anticipate e colombe (o governativi) – porto a proseguire la collaborazione coi democratici e coi montiani almeno sino al 2015 – determina un’incrinatura nei rapporti tra Alfano e Berlusconi che – temporaneamente ricucita – sfocerà di lì a poco nella scissione tra le due correnti del partito. La scissione avviene nel novembre del 2013, allorché i filogovernativi del Pdl annunciano la decisione di non entrare a far parte della rinata Forza Italia, partito rifondato da Berlusconi insieme ai lealisti. E così Alfano annuncia, contemporaneamente, la costituzione di gruppi parlamentari autonomi al Senato e alla Camera con il nome di Nuovo Centrodestra. I gruppi parlamentari vengono costituiti il 15 e il 18 novembre 2013.

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