Berlusconi assicura un governo, ma è ancora stallo. Tensioni in FI

Berlusconi assicura un governo, ma è ancora stallo. Tensioni in FI
Da sinistra: Paolo Romani, Silvio Berlusconi e Renato Brunetta
9 marzo 2018

Al Paese serve stabilità. Preoccupato soprattutto dal futuro delle sue aziende e infastidito dalle beghe interne di Forza Italia dopo il sorpasso storico della Lega, Silvio Berlusconi non vuole tornare al voto. Da qui l’apertura del Cav alle larghe intese dopo l’appello alla responsabilità lanciato dal Colle in una lettera inviata a tutti gli eletti azzurri: serve un nuovo governo, possibilmente di centrodestra, scongiurando “una paralisi che porterebbe ineludibilmente a nuove elezioni”. Meglio una Grande coalizione, che un salto nel buio con il ritorno al voto, perchè il Paese ha bisogno di un governo al più presto, sarebbe stato il ragionamento dell’ex premier fatto in queste ore. Ed è proprio su questo punto che Berlusconi torna a dividersi da Matteo Salvini. Il leader della Lega, infatti, secondo fonti forziste, la pensa diversamente e guarderebbe alle prossime urne, convinto che difficilmente, si uscirà dallo stallo attuale con i numeri così incerti e soluzioni d’emergenza, tipo il governo di minoranza, poco praticabili. Il presidente di Forza Italia preferisce trovare accordi con le altre forze politiche, Dem in testa, perché tra gli azzurri resta sempre forte il timore e il sospetto che Salvini punti voglia diventare il leader del centrodestra, facendo di un sol boccone del partito azzurro. La prima partita e’ sulla presidenza del Senato. In pista c’e’ Calderoli – candidatura non confermata dal leader del Carroccio – ma Romani potrebbe avere piu’ chances per spuntarla al ballottaggio. L’eventuale nomina del capogruppo uscente azzurro a palazzo Madama potrebbe sbloccare l’impasse e far anche partire un governo con l’astensione tecnica dei dem. Scenari ancora prematuri, visto che Salvini ha ancora le carte coperte e teoricamente avrebbe i numeri per far eleggere un suo uomo e consentire che alla Camera vada un pentastellato.

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Ma nel partito azzurro non sono pochi a pensare che il Carroccio potrebbe puntare ad una nuova tornata elettorale e magari presentarsi con il progetto di ‘Lega Italia’ alle urne. “Se andiamo alle elezioni FI rischia di scomparire”, sottolinea un parlamentare azzurro che interpreta cosi’ l’appello dell’ex premier ad evitare la paralisi. Ma quell’appello ha di fatto spiazzato Salvini che intende con tempi non brevissimi giocarsi la partita senza per forza seguire gli ‘input’ del ‘regista’ con il quale, in ogni caso, ha detto di andare “d’amore e d’accordo”. Al momento non c’e’ una strategia definita tra i tre leader del centrodestra. In Fdi, per esempio, si preferirebbe puntare su uno schema diverso, ovvero candidare per le due presidenze delle Camere esponenti dal volto nuovo per rispondere alla richiesta di rinnovamento della politica arrivata alle urne. Al momento e’ stallo, quindi, anche perche’ si attende di capire cosa fara’ il Pd e chi sara’ l’interlocutore dei dem. In FI per esempio non si esclude, all’ultimo giro, un’intesa con i dem anche su una figura diversa da Salvini. Una figura come Giorgetti, Maroni o addirittura Tajani. Il leader del Carroccio domani incontrera’ i suoi parlamentari ma i moderati del centrodestra sono convinti che possa portare in Parlamento una piattaforma programmatica ‘radicale’. “In modo – sottolinea un parlamentare azzurro – da farsi respingere…”.

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Intanto nei partiti del centrodestra cominciano i giochi sulle nomine dei gruppi. Per guidare i deputati azzurri, per esempio, si fanno i nomi di Carfagna e Gelmini ma l’intenzione del Cavaliere e’ quella di andare al Colle con Brunetta e Romani. I parlamentari di ‘Noi con l’Italia’, quattro deputati e quattro senatori, dovrebbero convergere anche se si vocifera di Lupi quale possibile capogruppo al Misto. Berlusconi oggi, tramite il coordinamento del partito, ha voluto rispondere anche alle diverse lamentele di questi giorni. Alle critiche per la compilazione delle liste, agli scontri tra l’ala nord, quella piu’ filo-leghista che non disdegna la prospettiva di un partito unico, e quella piu’ a sud che non si sente sufficientemente rappresentata. Fibrillazioni anche in Sicilia. Ma la nota di oggi e’ anche la reazione alle critiche rivolte sotto traccia a Ghedini. Il consigliere piu’ stretto del Cavaliere e’ finito nel mirino e, riferiscono fonti parlamentari azzurre, non avrebbe apprezzato i continui attacchi. “Chi – si legge in una nota del coordinamento di FI – fomenta polemiche nei confronti di coloro che condividono la responsabilita’ di tradurre in atto le scelte politiche e le indicazioni operative del Presidente Berlusconi e’ del tutto fuori dalla realta’”.

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