Berlusconi, no patto Nazareno ma legge elettorale condivisa

Berlusconi, no patto Nazareno ma legge elettorale condivisa
25 maggio 2017

Si allarga il fronte di chi vorrebbe le elezioni anticipate in autunno, almeno stando alle dichiarazioni ufficiali delle ultime ore. Per la verita’, a sparigliare le carte e spostare le lancette e’ stato Silvio Berlusconi, che ha aperto all’ipotesi di tornare alle urne tra fine settembre e primi di ottobre, mettendo sull’altro piatto della bilancia un sistema elettorale proporzionale. Fino a qualche giorno fa, invece, era proprio Forza Italia a frenare le mire di chi, Lega e M5S in testa, ma anche Matteo Renzi, guardava al voto in autunno come lo sbocco piu’ urgente e necessario. Ora, con l’offerta fatta dal Cavaliere a Renzi, gli equilibri in Parlamento appaiono radicalmente mutati e, soprattutto, rendono plausibile il via libera a una nuova legge elettorale in tempi brevi e senza incidenti al Senato. Questo e’ lo scenario che si prospetta sulla carta. Passare dalle parole ai fatti e’ tutt’altra cosa. Ed e’ questa incognita a rendere prudente il segretario del Pd, che – raccontano – non si fida del leader azzurro e della sua reale convenienza ad andare a elezioni anticipate. Cosi’ come Renzi ritiene che quello dei 5 Stelle sia solo un bluff, ma che in realta’ Grillo e i pentastellati di andare alle urne gia’ in autunno non ci pensano proprio. Per questo, martedì il Pd ha voluto che si compisse un passo ufficiale sulla legge elettorale, con l’adozione in commissione del testo base. La linea, dunque, resta quella di andare avanti con il Rosatellum, e contemporaneamente portare avanti i contatti e le trattative con Forza Italia – e con chiunque dia garanzie – su un sistema (proporzionale alla tedesca) che abbia i numeri per superare indenne il passaggio al Senato.

Del resto, e’ il refrain tra le fila renziane, per modificare il testo attuale e renderlo piu’ ‘germanico’ basta intervenire con alcuni emendamenti, magari targati FI e sostenuti dai voti dem, o attraverso un unico emendamento del relatore Fiano (anche se quest’ultima ipotesi presuppone che i dem si intestino il proporzionale alla tedesca). C’e’ tempo fino alla Direzione convocata da Renzi per martedi’ prossimo. Li’ il segretario dovrebbe mettere sul tavolo tutte le carte. Dunque, per il momento, si procede su una sorta di doppio binario: avanti con il maggioritario contenuto nel Rosatellum, ma lasciando aperta ogni altra ipotesi, purche’ sostenuta da fatti concreti e soprattutto numeri. Perche’ lo scoglio vero resta il Senato e senza un accordo blindato qualsiasi proposta elettorale potrebbe essere affossata. L’obiettivo e’ l’ok a Montecitorio entro il 24 giugno (di mezzo ci sono le amministrative) e poi entro luglio il si’ finale del Senato. Sullo sfondo, per i renziani, resta sempre la possibilita’ che si torni a votare con le due leggi attuali modificate dalla Consulta. Contro l’accordo con Berlusconi si schiera una parte del Pd, gli orlandiani ma anche i sostenitori di Emiliano, convinti che cosi’ si farebbe un regalo ai 5 Stelle, che gia’ gridano all’inciucio. Temi questi, e’ ancora il ragionamento della minoranza dem, che potrebbero influenzare negativamente anche gli stessi elettori del Pd. Senza dimenticare che Romano Prodi e Giuliano Pisapia hanno duramente criticato il proporzionale e il possibile accordo Renzi-Berlusconi.

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Ieri mattina si e’ tenuto un ufficio di presidenza del Pd al Senato: gli orlandiani hanno chiesto la convocazione di una riunione prima della Direzione. E non e’ escluso, riferiscono fonti parlamentari, che si arrivi ad un documento per sbarrare la strada ad un’intesa con FI. Chi spinge apertamente per il voto anticipato e’ Matteo Salvini, che anche oggi torna ad incalzare i suoi avversari: “Stabiliamo la data del voto degli italiani, tutto il resto viene dopo”. Salvini pero’ avverte: “se si vuole andare a votare in autunno significa che in 15 giorni bisogna votare la legge elettorale”, promettendo che la Lega “non fara’ ostruzionismo, altrimenti si tira a campare”. M5S ufficialmente non cambia linea e ribadisce la disponibilita’ massima al confronto in commissione: Di Maio si rivolge ad esempio alla Lega, finora favorevole al testo Pd, chidendole “cosa vuole fare”. Di certo il Rosatellum ai 5 Stelle proprio non piace – e non conviene – quindi ben venga una proposta di stampo proporzionale. Forza Italia, che prosegue la trattativa con il Pd – anche oggi i due capigruppo Rosato e Brunetta si sono parlati piu’ volte – garantisce sulla genuinita’ della proposta del leader azzurro: “nessun inciucio. Berlusconi e’ impegnato a garantire una legge elettorale in grado di portare rapidamente gli italiani alle urne”, scandisce Gelmini. Certamente il modello tedesco avrebbe piu’ voti del Rosatellum: oltre a Forza Italia lo sosterrebbero anche Mdp e Sinistra italiana, “per noi e’ una buona legge”, dice Fratoianni, che non chiude nemmeno “allo sbarramento del 5%”.

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