Berlusconi: riporto Fi al 25%, la sfida è tra noi e Grillo

Berlusconi: riporto Fi al 25%, la sfida è tra noi e Grillo
Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi
20 ottobre 2017

“La sfida e’ tra di noi e Grillo. Il Movimento 5 stelle e’ pericoloso, vuole mettere le mani nelle tasche degli italiani, aumentare le tasse e mettere la patrimoniale”. Cosi’ Silvio Berlusconi e’ tornato a ribadire, incontrando a Bruxelles gli europarlamentari di FI, l’intenzione di scendere in campo “contro i populisti, gli estremisti, i pauperisti, i giustizialisti, gli irresponsabili”. Per Berlusconi il Movimento 5 stelle e’ eversivo. “Voglio vedere se i cittadini affidano i propri risparmi a Di Maio oppure a me”, ha sottolineato secondo quanto viene riferito. “E’ per questo – aveva spiegando al suo arrivo prima del vertice con i leader del Ppe – che sono ancora qui, contro l’opinione dei miei figli, dei miei manager, dei miei soci, a far si’ che in Italia non possano avere il sopravvento queste forze”. L’ex presidente del Consiglio ha confermato inoltre di sperare anche nella riabilitazione da parte di Strasburgo. “Sono pronto per la campagna elettorale. Domani ( oggi, ndr) sono a Capri, poi dal 5 novembre comincio ad andare in tv, partendo da Maurizio Costanzo show”, ha sottolineato Berlusconi che, riferiscono le stesse fonti, ha spiegato di voler portare FI al 25%: “Con la Lega che prende il 15% e Fdi il 5% andremo al governo. Comunque chi otterra’ piu’ voti indichera’ il candidato premier”. Per l’ex presidente del Consiglio i sondaggi danno FI al 15% “ma io ho un indice di popolarita’ superiore al 30%. Nel 2013 negli ultimi 20 giorni di campagna elettorale ho portato il 10% alla coalizione, ha rimarcato l’ex premier.

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Berlusconi è tornato a Bruxelles in versione “europeista”. Sono passati 5 anni dall’ultima apparizione, a una riunione del Ppe del dicembre 2012, e 6 esatti dal quel suo ultimo vertice da presidente del Consiglio, quando nell’ottobre del 2011, con gli spread fra i titoli di Stato italiani e i Bund tedeschi alle stelle, fece il giro del mondo l’immagine dell’allora presidente francese Nicolas Sarkozy e della gia’ allora cancelliera Angela Merkel rispondere con una risatina alla domanda su quanto si fidassero del premier italiano. A 81 anni, il leader di Forza Italia si e’ presentato a Bruxelles nella sua versione “moderata ed europeista”: prima alla riunione preparatoria del vertice con i leader Ppe, poi al Parlamento europeo dove ha incontrato gli europarlamentari. Fra l’uno e l’altro, e’ tornato a far visita ai suoi amati negozi di antiquariato del quartiere del Sablon, che lo vedevano assiduo nei lunghi anni di frequentazione da premier della capitale europea. Non ha avuto un incontro bilaterale con la Merkel come aveva anticipato, ma ha riferito che si sono dati un appuntamento telefonico, mentre con il presidente Jean-Claude Juncker non ci sono stati contatti. Berlusconi ha parlato di elezioni italiane, ha escluso intenzioni euroscettiche da parte della destra italiana e ha elogiato il lavoro di Antonio Tajani alla presidenza del Parlamento europeo chiudendo cosi’ le indiscrezioni secondo cui si sarebbe potuto candidare.

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E ha escluso l’ipotesi di una grande coalizione post elettorale con il Pd: “Credo che ci siano troppe distanze per storia e per valori che non consentano una coalizione di questo genere “, mentre gli esponenti del Movimento 5 Stelle sono stati liquidati come “professionisti della politica”. “Questa Europa – ha detto – ha tanti difetti, ma dopo due grandi guerre mondiali, dopo un secolo che ha visto tanto sangue di cittadini europei versato, abbiamo raggiunto due traguardi straordinari”, come la pace e le frontiere aperte, ha spiegato Berlusconi. “Credo che queste due cose da sole possano essere una ragione indiscutibile del mantenimento di un’Europa anche cosi’ piena di difetti come noi la consideriamo”. Quanto agli alleati storici della Lega, “ho la sensazione precisa che questa uscita dall’euro sia stata messa definitivamente da parte”, ha aggiunto. L’appartenenza in Europa non e’ messa in discussione da nessuno nel centrodestra”, ha chiosato. Anche se, ha proseguito, l’Unione europea “deve andare verso una politica di sviluppo che non puo’ esserci con le regole del rigore tedesco, deve darsi assolutamente una politica estera unica e infine una politica di difesa unica”. Berlusconi ha anche commentato la situazione in Catalogna, “una crisi molto difficile”, discostandosi dal coro dei leader Ue a sostegno del premier Mariano Rajoy: “non avrei probabilmente mandato la Guardia Civile per contrastare i catalani al voto al referendum”.

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