A Palazzo Chigi non c’era. A incontrare Gentiloni sono andati “a dire le nostre cose” i capigruppo e Pisapia. Dai microfoni di Radio Radicale, Pier Luigi Bersani avanza delle considerazioni di scenario, e il sostanziale punto di caduta del vertice di stamattina: “Siamo in attesa di una risposta domani, in Parlamento, a quanto posso immaginare”. Il leader Mdp intanto segnala che la delegazione ha sicuramente chiesto che “si dia il segno che qualcosa non va, che bisogna correggere qualche regola del mercato del lavoro, sottoposto a ricatti ormai intollerabili, nella sanita’, per l’accesso alle cure di qualche milionata di persone, o sul prezzo dei farmaci o il superticket, sul fatto che siamo sotto come investimenti del 30 per cento rispetto al 2008”. Lui non c’era il messaggio che Bersani indirizza e’ molto chiaro: “Pensate di avere una maggioranza sulla Finaziaria e una sulla legge elettorale, con Silvio Berlusconi e la Lega?”. Sul tappeto c’e’ il voto in Parlamento sulla Nota di aggiornamento al Def, e l’atteggiamento dei 16 senatori Mdp, decisivi mercoledi’ a Palazzo Madama: “Abbiamo gia’ detto a chi ci chiede senso di responsabilita’ di non preoccuparsi del nostro, perche’ – anticipa Bersani – troveremo il modo di non far venire la Troika, ma di preoccuparsi del loro. Perche’ se cercate i nostri voti sulla Finanziaria e poi quelli di Berlusconi e Lega sulla legge elettorale – avverte – siete voi gli irresponsabili. Noi la nostra responsabilita’ ce la prendiamo ma ci sono di mezzo molte cose”. E allora, detto che “a questa maggioranza non ci crediamo piu’, neanche la fiducia sullo Ius Soli…” e chiarito che “poi i gruppi decideranno” quanto al voto sul Def, Bersani rilancia la palla a Palazzo Chigi: “Se Padoan dice ‘ci siamo resi conto che c’e’ qualcosa da cambiare’ e, almeno in parte, si fa quello che abbiamo chiesto, siamo contentissimi di votare tutto”.
