Bimbo di due anni nel pozzo, tempo stringe e gela speranze

Bimbo di due anni nel pozzo, tempo stringe e gela speranze
Si scava ancora per salvare Julen
16 gennaio 2019

“Abbiamo un angelo in cielo: aiutera’ mio figlio a uscire vivo di li'”: i genitori di Julen, il bimbo di due anni caduto domenica in un pozzo profondo oltre 100 metri a Totalan, alle porte di Malaga, in Andalusia, sono disperati: l’operazione per cercare di riportarlo alla luce del sole appare di ora in ora piu’ complicata per via delle caratteristiche del terreno; e adesso loro si aggrappano alla speranza che sia l’altro loro bimbo, Oliver, morto nel 2017 quando Julen era solo un bebe’, ad aiutarli. La Spagna e’ incollata a smartphone e televisioni e segue ogni dettaglio dell’operazione, una corsa contro il tempo. da quando e’ caduto nel pozzo, largo appena 25 centimetri e profondo oltre 100 metri nella sierra di Totalan, un centinaio di soccorritori, appoggiati da ingegneri e tecnici specializzati nel salvataggio da miniere e caverne, lavorano senza sosta.

Non si sa se il piccolo sia ancora in vita, ma il governo ha offerto tutti i mezzi necessari. Il premier Pedro Sanchez ha espresso il suo sostegno, al sindaco di Totalan ha telefonato la regina Letizia. Poiche’ e’ impossibile calarsi nel pozzo, la soluzione tecnica decisa e’ di scavare due tunnel, uno in parallelo e l’altro in direzione obliqua in modo di cercare di arrivare al luogo dove si ritiene sia il piccolo. Nel frattempo il pozzo verra’ intubato e rafforzate le pareti, in modo che non ci siano cedimenti. Il pozzo parallelo sara’ di grandezza sufficiente per consentire il passaggio delle persone che dovranno entrarvi. Il tutto in non piu’ di 24/ 48 ore. All’operazione partecipano attualmente nove aziende pubbliche e private. Martedi’ sera sono arrivati gli specialisti della societa’ di geolocalizzazione svedese Stockholm Precision Tools AB, che aiuto’ a salvare i 33 minatori intrappolati per 69 giorni nel nord del Cile, nel 2010. Ma offerte di aiuto sono arrivate da ogni parte del mondo.

Leggi anche:
Giulio Regeni: torture e brutalità emergono dall'autopsia

Sul posto e’ arrivato anche Juan Jose’ Corte’s, il padre di Mari Luz, una bimba di 5 anni uccisa nel 2008, il cui caso appassiono’ la Spagna: Juan Jose’ ha creato un’organizzazione che si attiva quando sparisce un minore, da ieri segue passo passo i genitori di Julen: non se ne andra’ -ha detto- fino a quando non si risolvera’ il caso. L’unica nota positiva, ma e’ ben poca consolazione in tanto dolore, e’ che sono state trovate tracce del bimbo, un capello rinvenuto nel materiale solido estratto dal pozzo: e’ stato sottoposto al test del dna e confrontato con quello dei genitori e il biberon. Per cui ora c’e’ la prova scientifica che il piccolo e’ li’. E tutta la Spagna spera che sia ancora vivo. La stampa ricorda due casi simili del passato, uno a lieto fine, l’altro no. Nell’ottobre del 1987, a Midland, in Texas, venne salvata una bimba, Jessica McClure, 18 mesi, rimasta 58 ore in fondo a un pozzo profondo quasi 9 metri. L’altro caso purtroppo e’ tragico: quello di Alfredino Rampi, il bimbo di 6 anni, che nel 1981 cadde in un pozzo alle porte di Roma.

Leggi anche:
La Giulietta di Enrico Mattei esposta di fronte a Palazzo Chigi

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti