Bitcoin, bolla pronta a esplodere?

Bitcoin, bolla pronta a esplodere?
29 novembre 2017

Una corsa che ha tutto il sapore di una bolla pronta a esplodere. Potrebbe essere quella di Bitcoin, che nel giro di meno di 24 ore ha conquistato per la prima volta nei suoi nove anni di storia i 10mila dollari prima e gli 11mila dollari poi. Passata da una mera curiosità a un asset sempre più popolare tra gli investitori, la criptovaluta ha guadagnato oltre il 1000% da inizio 2017, cominciato a 968,23 dollari. Si tratta di un rally che non ha eguali: nello stesso arco temporale il Dow Jones Industrial Average è salito di quasi il 21%, l’S&P 500 è cresciuto del 17%, il Nasdaq Composite ha aggiunto il 26% e l’oro circa il 13%. Dalla reputazione controversa, Bitcoin sembra avere superato i problemi reputazionali alimentati dal Ceo di JP Morgan, secondo cui è una frode pronta a esplodere. La pensa così anche il principe saudita Alwaleed bin Talal, convinto che farà la fine di Enron, la società energetica collassata nel 2001 e diventata simbolo di uno dei peggiori scandali contabili degli Usa. Per Jordan Belfort, il “lupo di Wall Street” a cui si è ispirato il regista Martin Scorsese nel 2013, è “la più grande truffa di sempre”. Stando a William Dudley, il presidente della Federal Reserve di New York, Bitcoin è ancora “un’attività speculativa”. Nonostante questi giudizi, i trader sembrano apprezzare la tecnologia sottostante alla valuta digitale ma anche la sua volatilità (praticamente assente nel resto dei mercati finanziari). E se ancora è prematuro pensare che Bitcoin sostuirà un giorno l’oro o le valute di riserva come forma di investimento, sempre più gruppi finanziari si preparano a cavalcare l’onda. Importanti istituzioni finanziarie pensano intanto se lanciare una criptovaluta propria. Lo aveva anticipato Christine Lagarde, direttore generale del Fondo monetario internazionale, durante gli incontro autunnali dell’istituto di Washington a ottobre.

Lo ha detto oggi Dudley in merito alla intenzioni della banca centrale Usa. Non solo. Dopo CME Group e Chicago Board Options Exchange, anche il gruppo Nasdaq e il broker Cantor Fitzgerald stanno valutando se lanciare future di Bitcoin. L’operatore di borsa di Chicago vorrebbe farlo entro fine anno (manca il via libera regolatorio). Quello di New York punterebbe a farlo nella prima metà del 2018, come riferito dai media Usa. Cantor ha detto di avere una tempistica simile. Il rischio è che nel mercato nessuno stia accarezzando la possibilità di una correzione di Bitcoin. Basterebbe un rinnovato cambiamento della percezione nei confronti della valuta digitale, che potrebbe essere innescato da commenti negativi da parte di istituzioni o investitori famosi. Una stretta da parte dei governi potrebbe a sua volta pesare. Se in Giappone, Bitcoin è considerato un metodo di pagamento legittimo, in Corea del Sud si teme che la caccia a facili guadagni potrebbe costare cara e incoraggiare i crimini. La parola determinante l’avranno forse le banche centrali. Per ora John McAfee, il pioniere degli anti-virus, ha detto su Twitter che secondo lui Bitcoin arriverà a valere un milione di dollari entro la fine del 2020. E’ d’accordo l’ex hedge fund manager americano James Altucher. Joseph Stiglitz, premio Nobel all’economia, sostiene invece che sia “una bolla” che non ha alcuna funzione nella società: “Bitcoin ha successo solo per via dell’assenza di supervisione”.

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