Boldrini, una scorta da 1 milioni di euro

14 maggio 2014

È la donna più scortata d’Italia, quindi d’Europa e, forse, del mondo. Un paradosso per chi, subito dopo la sua elezione alla terza carica dello Stato, aveva dichiarato lapidaria: “Ho chiesto di non avere la scorta. Non ho paura di camminare per Roma. Non ho paura di andare da casa in ufficio. Può accadere qualsiasi cosa in qualsiasi momento, ma questo vale per chiunque”. Lei, evidentemente, non è “chiunque”. E ha cambiato presto idea. Quattro mesi dopo, infatti, Laura Boldrini aveva a sua disposizione l’apparato di sicurezza più massiccio mai visto prima nella “felice Penisola delle auto blu”. Ai 12 poliziotti che le fanno da scorta, si devono aggiungere gli 11 del posto fisso sotto la sua abitazione. E il sistema di protezione si estende al compagno e, quando si trova nel Belpaese, alla figlia che studia all’estero. Facendo un calcolo per difetto, il tutto costa allo Stato, cioè a noi contribuenti, un milione e centomila euro l’anno.

Vediamo come, stando al computo dei sindacati di polizia. La presidente dei deputati dispone di 12 uomini (10 agenti e 2 ispettori divisi per turno), che la seguono ovunque. Gli angeli custodi si muovono su auto blindate (se Audi6 parliamo di quasi 400 mila euro a macchina) oppure “ordinarie” (e scendiamo a 150 mila), beneficiano di “indennità Camera” e, quando necessario, vanno in missione con la loro “protetta”, di conseguenza dormono in albergo e pranzano al ristorante. In totale, quindi, “stralciando” vitto e alloggio durante le trasferte, il costo di questo personale supera i 948 mila euro in 12 mesi. Ma non basta. La “Papessa” Boldrini, come la definisce Travaglio, a differenza di molti suoi predecessori, non ha voluto usufruire dell’alloggio a Montecitorio e risiede nella sua abitazione di Trastevere, dove c’è un posto fisso di controllo. Si tratta di due agenti per ogni turno di 6 ore e 40 minuti, quindi 10 nel giro delle 24, ai quali se ne aggiunge uno di notte. La somma fa 23, che moltiplicato per 41 mila euro annuali tra stipendi lordi, straordinari, superfestivi, servizi esterni, domeniche e indennità, ci fa arrivare a quasi un milione di euro l’anno (948.290). Per non contare i quattro agenti della Polstrada che si occupano dei cosiddetti “anticipi”, i servizi di “staffetta viabilità” che consentono al corteo su ruote di spostarsi. (Il Tempo)

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Tutto qui? Neanche per idea, visto che (anche questo un fatto inedito) a disporre di scorte sono anche il compagno e la figlia dell’ex portavoce Unhcr. Lui ha quattro uomini a disposizione da metà marzo; lei altri quattro da metà aprile. Quelli dell’uomo sono in forza ogni giorno del mese e ci costano circa 140.000 euro annuali. Quelli della ragazza, che studia in Inghilterra, si “mobilitano” solo quando torna a trovare la madre, quindi per un paio di mesi l’anno. Il che fa all’incirca 24.000 euro. Fino a qualche tempo fa, inoltre, sei agenti della polizia postale erano distaccati a Montecitorio per vigilare sugli attacchi cibernetici alla “presidentissima”, molto sensibile (per usare un eufemismo) al sarcasmo online.

La Laura più scortata del pianeta, dunque, può disporre di 27 uomini, senza contare il quartetto full time del “fidanzato” e l’altro part time della figlia ventenne. Un piccolo esercito, tenendo presente che il commissariato di Genzano ha in forza 37 uomini e quello di Porta Pia non arriva a 40. Infine, c’è un “operatore” che deve provvedere alla “logistica”, cioè elaborare un piano di turni, ferie, sostituzioni-malattia e spostamenti vari. E sono altri euro che se ne vanno. Un sacco di soldi, insomma. Senza dimenticare l’incidenza di missioni, vacanze, in una parola tutti i movimenti privati o istituzionali in Italia o all’estero della presidente. Certo, la Boldrini ha ricevuto molte minacce ed è comprensibile che tema per sé e per i propri cari, tanto è vero che, almeno in due occasioni, ha chiesto ad un agente (donna, ovviamente) di passare la notte a casa sua. Certo, chi rappresenta lo Stato deve essere tutelato. E, come ha detto lei, offesa per la polemica, “l’auto blindata mi è stata imposta dopo la sparatorio davanti a Palazzo Chigi. Avere una scorta non è un privilegio, ma un enorme sacrificio e una fortissima limitazione della libertà”. E niente battute. Gli italiani vittime della spending review sono avvertiti: “Farci dell’ironia – ha ribadito la “regina” di Montecitorio – è inaccettabile”.

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