Bolsonaro, l’uomo di estrema destra pronto a guidare il Brasile

Bolsonaro, l’uomo di estrema destra pronto a guidare il Brasile
La sfida la ballottaggiosarà tra Jair Bolsonaro (s) e Fernando Haddad
22 ottobre 2018

Uomo di estrema destra, militarista, misogino e omofobo, ma anche uomo della provvidenza, l’unico – così si è presentato nell’ultima anomala campagna elettorale – capace di far uscire il Brasile dalla sua lunga crisi. Jair Bolsonaro è il grande favorito alla successione del conservatore Michel Temer alla guida del più grande Paese dell’America latina. Secondo gli ultimi sondaggi, in vista del ballottaggio del 28 ottobre, è accreditato del 59% delle preferenze, contro il 41% del suo avversario al ballottaggio, il candidato della sinistra, Fernando Haddad.

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La campagna elettorale si è svolta in un’atmosfera tesa: le violenze che hanno accompagnato tutta la fase pre-elettorale, sin dal suo inizio, si sono moltiplicate dopo il primo turno del 7 ottobre. Le autorità brasiliane hanno anche aperto un’inchiesta su milioni di informazioni false contro la sinistra veicolate su WhatsApp. Il primo turno, insieme alle elezioni legislative, ha segnato la grande sconfitta dei partiti tradizionali del centro e della destra. E Jair Bolsonaro, 63 anni, con il suo minuscolo Partito Social-Liberale (PSL), ha rovesciato il tavolo. E solo per poco – ha ottenuto il 46% delle preferenze – non è riuscito ad essere eletto al primo turno. Ex paracadutista, cantore di una dittatura (1964-85) che ha commesso secondo lui “l’errore di torturare senza uccidere”, ha promesso ai brasiliani irritati dalla corruzione, dalla violenza e dalla disoccupazione di consegnare ordine al Paese. Ammiratore di Donald Trump, ha cavalcato l’onda del disimpegno e “ha riconosciuto la necessità di un cambiamento in Brasile”, ha detto Paulo Sotero, direttore del Brazil Institute Wilson Center di Washington.

Bolsonaro ha alimentato in milioni di brasiliani un feroce odio per il Partito dei Lavoratori (PT) dell’ex presidente Lula da Silva, la cui gestione, dal 2003 al 2016, sarebbe – a suo dire – all’origine di tutte le crisi odierne. “Il sistema politico brasiliano si è esaurito, la gente è stanca”, ha commentato Sotero. Così, il populista Bolsonaro ha promesso di “ripulire il paese” dalle sue élite corrotte con un governo ristretto e di sradicare la violenza, liberalizzando il porto d’armi e proteggendo la famiglia tradizionale. Con una retorica a volte oltraggiosa, persino con parole di odio, Bolsonaro ha conquistato il sostegno cruciale delle chiese evangeliche – molto conservatrici -, e delle lobby a favore delle armi. Sul fronte economico, questo ex difensore del settore statale si è convertito in ultra-liberale per rilanciare un’economia che conta 13 milioni di disoccupati. E nonostante la vaghezza che circonda il suo programma su questioni cruciali come le riforme fiscali o le pensioni, la Borsa lo ha già ‘eletto’ suo presidente. “Gli investitori sembrano rimanere ottimisti sul potenziale di riforme sotto Bolsonaro”, hanno sottolineato i consulenti di Capital Economics.

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Da parte sua, con il PT, Fernando Haddad, 55 anni, vuole “rendere il Brasile di nuovo felice” come sotto i due mandati del suo mentore Luiz Inacio Lula da Silva (2003-2010): nuove politiche sociali, fine del congelamento spesa pubblica e controllo delle armi. Erigendosi a difensore delle minoranze e della democrazia, Haddad – entrato tardi in campagna elettorale al posto di Lula, arrestato per corruzione – è però mancato di aggresisvità e non ha saputo raccogliere attorno a sé i consensi del centro-sinistra e dei centristi a fronte della grande ascesa di Bolsonaro. E la stessa figura tutelare di Lula, alla lunga, è diventata per lui un peso, al punto che Haddad è stato costretto a rimuovere le foto del suo vecchio emntore dai suoi spot elettorali. “Lula è diventato tossico” per Haddad, ha sottolineato Sotero. Il candidato della sinistra non è riuscito neppure a trascinare il suo avversario davanti alle telecamere per un dibattito televisivo pubblico. Le condizioni di salute di Bolsonaro, in convalescenza dopo essere stato accoltellato, non lo consentono, ha precisato il suo partito. L’esponente dell’estrema destra ha puntato tutto sulla potenza dei social network. “Se li perdiamo è la fine”, ha commentato Bolsonaro, che conta oltre 14 milioni di follower su Facebook, Instagram e Twitter, contro i 2,8 milioni di Haddad. askanews

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