Violante: Ciancimino e Mangano mi volevano incontrare

Violante: Ciancimino e Mangano mi volevano incontrare
11 novembre 2014

Luciano Violante, da presidente della commissione antimafia, fu cercato da Vito Ciancimino. L’ex sindaco del sacco di Palermo cerco’ piu’ volte un incontro riservato con il parlamentare. Ad intercedere fu l’allora colonnello dei carabinieri del Ros, Mario Mori. La circostanza e’ stata ribadita dallo stesso Violante al processo ‘Borsellino quater’ davanti alla corte d’assise di Caltanissetta, in trasferta a Roma, nell’aula bunker di Rebibbia. “Appena nominato in Commissione – ha spiegato Violante – Mori, che conoscevo dai tempi del terrorismo a Torino, mi venne a trovare in ufficio per dirmi che Ciancimino, che stava a Roma, voleva un colloquio riservato con me. Gli dissi che lui avrebbe potuto avanzare formale richiesta alla Commissione per un eventuale incontro perché ero contrario ai colloqui riservati. Pochi giorni dopo, sempre Mori venne a trovarmi per portarmi un libro che Ciancimino aveva scritto sulle mafie”.

“Dissi che trovai quelle memorie del tutto inutili. Tempo dopo Mori, in una sua testimonianza, defini’ quel libro del tutto inconcludente e allora mi domando oggi che senso aveva questa sua insistenza con me”. Per Violante “non c’era alcun dubbio sull’esistenza di un rapporto confidenziale tra Mori e Ciancimino”. “Una cosa usuale all’epoca, quando gli investigatori non potevano avvalersi della tecnologia di oggi, delle intercettazioni, dovevano per forza creare un contatto, una linea di dialogo a livello di conoscenza”. Violante ha quindi spiegato: “Mori mi disse che Ciancimino avrebbe voluto darmi una sua interpretazione politica su quello stava succedendo in Sicilia in quel periodo. Da me notai che attorno alla figura di Ciancimino c’era un attivarsi per concedergli dei benefici, come per ridargli il passaporto”. Anche Vittorio Mangano (lo stalliere di Arcore, ndr) fece arrivare una lettera a Violante quando questo era vicepresidente della Camera chiedendo un incontro. “Alcuni suoi parenti parlarono anche con un mio collaboratore”, ha aggiunto. “Ma non se ne fece niente. Non ritenni di dare seguito. Non c’era alcun motivo per incontrarci”. (Askanews)

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