Brexit, altra fumata nera. Ora la palla al vertice Ue mercoledì

Brexit, altra fumata nera. Ora la palla al vertice Ue mercoledì
15 ottobre 2018

Una domenica di negoziati, con l’incontro a Bruxelles tra il capo negoziatore Ue, Michel Barnier, e il ministro britannico per la Brexit, Dominic Raab, non e’ bastata a sciogliere gli ultimi nodi per un’intesa sull’uscita di Londra dall’Unione. A questo punto la palla passa direttamente ai leader dei 27 che si vedranno mercoledi’ sera a cena a Bruxelles e dovranno decidere come procedere, dopo l’aggiornamento che gli verra’ fornito da Barnier.

In una sessione prima della cena, i leader dei 27 vedranno anche il premier britannico, Theresa May. Sul tavolo c’e’ un’ipotesi di accordo sul divorzio che ha ancora alcuni nodi da sciogliere, in particolare sulla frontiera terrestre tra Repubblica d’Irlanda e Irlanda del nord. Sul tutto grava anche l’incognita di un possibile ammutinamento contro la May nei Tory, guidato dai falchi della Brexit. Per ora Downing Street conferma che ci sono “questioni irrisolte” e ribadisce la volonta’ di Londra di “fare progressi” per giungere all’intesa. Lo stesso Barnier ha confermato che l’intesa non e’ stata ancora trovata.

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Il principale ostacolo resta il ‘backstop’, il meccanismo di salvaguardia che dovrebbe assicurare lo status quo lungo il confine che taglia l’Irlanda almeno fino a una successiva intesa definitiva sulle relazioni future, ma che May sembra poter accettare solo con un scadenza prefissata. Sulla tenuta del governo May pesa anche la minaccia di una bocciatura dell’imminente bilancio d’autunno da parte degli alleati della destra unionista nordirlandese del Dup, decisivi per la tenuta di una risicata maggioranza ai Comuni e contrari al ‘backstop’.

Il confine della discordia

Il principale oggetto del contendere è l’Irlanda del Nord, che l’UE vorrebbe mantenere sotto la sua tutela legislativa in diversi settori per evitare il ritorno di una frontiera fisica con la Repubblica d’Irlanda, che metterebbe in discussione gli accordi di pace del Venerdì Santo. Secondo il testo adottato dalla Commissione europea, sarà istituita “un’area normativa comune che includa l’UE e il Regno Unito rispetto all’Irlanda del Nord” e che “deve costituire un’area senza frontiere interne in cui la libertà di movimento dei beni è assicurata e la cooperazione Nord-Sud è protetta”.

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Di fatto, se questa soluzione dovesse essere accettata da Londra, dopo la Brexit la legislazione europea e la giurisdizione della Corte di giustizia dell’Ue si applicherebbero all’Irlanda del Nord in diversi settori. L’Irlanda del Nord dovrebbe accettare automaticamente le norme dell’UE su libera circolazione dei beni, Iva, dazi doganali, regole sanitarie e fitosanitarie per agricoltura e pesca, elettricità, ambiente e aiuti di Stato. Di conseguenza Londra verrebbe parzialmente privata della sua sovranità su Belfast, con l’obbligo di introdurre controlli doganali all’interno del territorio britannico. Tutto ciò, per il primo ministro britannico, Theresa May, “nuocerebbe al mercato comune britannico e minaccerebbe l’integrità costituzionale del Regno Unito creando una frontiera doganale e normativa nel mare d’Irlanda. Nessun primo ministro britannico lo accetterà”.

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