Brexit, May indebolita cerca di salvare accordo su confine Irlanda

Brexit, May indebolita cerca di salvare accordo su confine Irlanda
La premier britannica Theresa May
6 dicembre 2017

La premier britannica Theresa May è in grande difficoltà nel tentativo di salvare l’intesa sul confine irlandese dopo il divorzio di Londra dalla Ue, respinta dai suoi alleati unionisti nordirlandesi, che hanno messo a nudo la debolezza di un governo impegnato nel delicato negoziato con la Ue. Il ministro per la Brexit David Davis ha ribadito in parlamento che nessuna area del Regno Unito sarà trattata in modo diverso nei negoziati sulla Brexit, mentre il partito laburista all’opposizione ha bollato l’approccio dell’esecutivo conservatore come “imbarazzante”. Secondo varie fonti la Gran Bretagna aveva concordato con Bruxelles di mantenere l’Irlanda del Nord all’interno dello spazio commerciale europeo, anche se l’intero paese si ritirerà dal mercato unico e dall’unione doganale. La concessione era seguita a una richiesta di Dublino di garanzie che la Brexit non conducesse a un ritorno dei controlli alle frontiere, nel timore di un riaccendersi delle tensioni settarie in una regione piagata dalle violenze negli anni Settanta, Ottanta e Novanta. La frontiera tra le due Irlande è sparita in virtù degli accordi del Venerdì Santo del 1998, che posero fine a trent’annid i guerra civile tra unionisti e indipendentisti nordirlandesi. Ma mentre May chiudeva l’intesa con il capo della Commissione Ue Jean-Claude Juncker a Bruxelles lunedì a pranzo, il Partito unionista democratico (Dup) nordirlandese, che nei fatti tiene in vita il governo, dichiarava che un accordo speciale sull’Irlanda del Nord non è accettabile. Ieri Davis, rispondendo a un’interrogazione urgente, ha detto ai deputati che il governo è vicino alla conclusione della prima fase dei colloqui con la Ue e che il negoziato proseguirà per il resto della settimana. Davis in aula ha difeso la controversa proposta di “allineamento normativo” tra l’Irlanda del Nord e la Repubblica d’Irlanda, mirata ad evitare i controlli di confine dopo la Brexit, dicendo che si applicherà a tutto il Regno unito. Secondo il ministro sarebbe diversa dall'”armonizzazione” con le norme Ue. Ma il deputato conservatore Jacob Rees-Mogg ha detto che la “Divergenza normativa” con la Ue dopo la Brexit è una “linea rossa”.

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Il portavoce laburista sulla Brexit Sir Keir Starmer ha detto che quando il Dup ha obiettato alla bozza d’intesa “la fantasia si è scontrata con al brutale realtà”. “La coda Dup agita il cane Tory ” ha detto, in riferimento all’accordo tra i due partiti per l’appoggio esterno al governo conservatore. Starmer ha anche chiesto al governo di rinunciare al progetto di scrivere in una legge britannica la data del 29 marzo 2019 per l’uscita del Paese dalla Ue. La premier ha fretta di cominciare a lavorare su un’intesa sui futuri rapporti commerciali tra Regno Unito e Unione europea, ma prima deve dimostrare di aver fatto “sufficienti progressi” sulle questioni relative al “divorzio” in tempo per il vertice Ue del 14 dicembre. Le tre questioni sul tappeto sono il confine irlandese, i diritti dei cittadini Ue che vivono in Gran Bretagna e quelli dei britannici che risiedono nella Ue e il cosiddetto “conto” della Brexit, quanto Londra dovrà versare all’unione per regolare gli impegni finanziari già presi. Arlene Foster, la leader del Dup, che con i suoi dieci deputati tiene a galla il governo May, non ha voluto incontrare la premier oggi, ma il capogruppo del partito a Westminster incontrerà il suo omologo conservatore. La leader conservatrice scozzese Ruth Davidson oggi ha avvertito che, anche se nessuno vuole un confine “hard” con l’Irlanda, “compromettere il mercato interno Gb non è nell’interesse di nessuno”. Ieri i capi dei governi di Scozia e Galles e il sindaco di Londra hanno detto che vogliono uno status speciale per le loro regioni se questo venisse concesso all’Irlanda del Nord. Davidson, contraria alla Brexit, è andata oltre: “Se un allineamento normativo in una serie di aree specifiche è requisito per un confine senza attriti, allora il primo ministro dovrebbe concludere che questo deve valere per tutto il territorio del Paese”.

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