Brexit, tanta incertezza sui negoziati. May: meglio intesa ma pronti a ogni scenario

4 ottobre 2017

La Gran Bretagna punta al successo dei negoziati con l’Unione europea per la Brexit, ma e’ pronta anche ad affrontare uno scenario negativo. Lo ha detto la premier britannica Theresa May, nel suo intervento al congresso del partito conservatore a Manchester. “Credo – ha sottolineato – che sia completamente nell’interesse di tutti noi che i negoziati abbiano successo, ma so che c’e’ qualcuno che vuole sapere se siamo pronti nel caso di un esito negativo; affermo che e’ nostra responsabilita’ essere pronti a ogni eventualita’. May ha aggiunto: “So bene che alcuni trovano questi negoziati frustranti, ma se li prenderemo con lo spirito giusto sono fiduciosa che troveremo un accordo che funzioni per la Gran Bretagna e per l’Europa”. La premier britannica ha anche detto di comprendere i sentimenti dei cittadini dell’Unione che vivono in Inghilterra e si sentono “incerti e preoccupati”, ma “voglio chiarire che valorizziamo il contributo che costoro danno al nostro paese”, quindi “siete i benvenuti qui e invito i negoziatori a raggiungere presto un’intesa su questo tema, perche’ vogliamo che restiate qui”. A quanti tra i Tory chiedono una rottura pura e semplice con Bruxelles, May ricorda di voler giungere a “un nuovo partenariato stretto e speciale. Un partenariato che ci permettera’ di proseguire gli scambi commerciali e la cooperazione, perche’ vediamo l’esistenza di sfide e di opportunita’ comuni. Ma allo stesso tempo un partenariato che permettera’ al Regno Unito di tornare a essere una nazione sovrana”.

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La prossima tornata di negoziati fra Regno Unito e Ue e’ in calendario per la prossima settimana. Ieri il Parlamento europeo ha ribadito che i progressi fatti finora sono insufficienti per pensare di andare avanti sulle future relazioni. La prossima riunione del Consiglio europeo, il 19 e 20 ottobre avrebbe potuto segnare l’avvio della seconda fase del negoziato, secondo la tabella di marcia iniziale. Ma solo a condizione che si fossero fatti sufficienti progressi sulle tre priorita’, il trattamento degli europei residenti in Gran Bretagna e dei britannici in Ue, gli impegni finanziari del Regno Unito e la frontiera irlandese. Ora invece si tratta di capire se i 27 sono disposti o no ad accettare il “periodo transitorio” di un paio d’anni proposto dalla premier nel suo discorso a Firenze. Manca solo un anno alla scadenza entro la quale e’ necessario chiudere i negoziati perche’ nel marzo del 2019 l’uscita del Regno Unito avvenga in maniera ordinata e non senza un accordo: e’ poco per risolvere tutte le questioni, e l’ipotesi di un periodo di transizione potrebbe aiutare. E’ quindi probabilmente su questo che si concentrera’ il dibattito dei prossimi giorni, e anche quello fra i capi di Stato e di governo al vertice di fine mese.

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