Brexit, ultimatum dell’Europa alla Gran Bretagna: decisione entro il 12 aprile

22 marzo 2019

E’ una sorta di ultimatum a Londra, ma non contro Londra, quello che il Consiglio europeo a 27 ha deciso all’unanimità sulla Brexit, questa notte a Bruxelles, con in più anche il via libera, della premier britannica Theresa May: il Regno Unito ha tempo fino al 12 aprile per approvare l’Accordo di recesso dall’Ue, già bocciato due volte dalla Camera dei Comuni, e in questo caso, la data della Brexit viene prorogata dal 29 marzo al 22 maggio, vigilia delle elezioni europee. Altrimenti, se l’Accordo viene di nuovo bocciato o neanche messo al voto ai Comuni, sempre entro il 12 aprile il Regno Unito dovrà decidere se partecipare alle elezioni europee e chiedere ai Ventisette una proroga del negoziato più lunga, presentando un nuovo piano alternativo, magari basato su elezioni politiche anticipate, o su un nuovo referendum.

Lo ha spiegato il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, nella conferenza stampa al termine della cena di lavoro del vertice, che nella sua prima giornata è stato dedicato interamente alla Brexit. Ci sono, ha detto, “due scenari: nel primo, se viene approvato l’Accordo di recesso, il Consiglio europeo concede una proroga fino al 22 maggio” del negoziato per la Brexit; “nel secondo scenario – ha continuato Tusk -, se l’Accordo di recesso non viene approvato, la scadenza (del negoziato, ndr) viene ritardata al 12 aprile, e al Regno Unito resta ancora la scelta: accordo, non accordo, proroga lunga o revoca dell’Art.50”, ovvero della richiesta britannica di uscire dall’Ue. Ma, ha puntualizzato ancora Tusk, “senza la partecipazione del Regno Unito alle elezioni europee, l’opzione della proroga lunga diventa impossibile”.

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“Ho incontrato Theresa May più volte stasera”, a margine della discussione fra i leader dei Ventisette, “e sono lieto di confermare che abbiamo conseguito un accordo su questo”, ha aggiunto il presidente del Consiglio europeo, dicendosi “molto più ottimista ora”. La conferenza stampa, a cui partecipava anche il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, è finita con due memorabili battute e una risata generale liberatoria. A una domanda su quanto lunga sarà la “proroga lunga”, Juncker ha risposto: “proprio fino alla fine”. E a una giornalista che chiedeva se Tusk pensi sempre che ci debba essere “un posto speciale all’inferno” per chi ha provocato la crisi della Brexit, e se in quel posto speciale debbano finire anche i parlamentari che votano contro l’Accordo di recesso, il presidente del Consiglio europeo ha replicato: “Secondo il nostro Papa, l’inferno è un luogo ancora vuoto, deve esserci – ha concluso – ancora un sacco di spazio”. askanews

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