Bruxelles “chiude” le porte a Erdogan: sospendere i negoziati per adesione Turchia

Bruxelles “chiude” le porte a Erdogan: sospendere i negoziati per adesione Turchia
Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan
13 marzo 2019

Con una risoluzione adottata oggi a Strasburgo dalla plenaria con 370 voti favorevoli, 109 contrari e 143 astensioni, il Parlamento europeo ha raccomandato al Consiglio Ue e alla Commissione di sospendere formalmente i colloqui di adesione della Turchia all’Unione, e considerata la situazione dei diritti umani e la nuova costituzione, dopo anni di grave arretramento politico e democratico del Paese. Il Parlamento rimane seriamente preoccupato per i problemi riscontrati in Turchia per la difesa dei diritti umani, dello stato di diritto e della libertà dei media, così come per la lotta alla corruzione e per l’autoritarismo dell’onnipotente sistema presidenziale.

La risoluzione dell’Europarlamento saluta la decisione di Ankara, lo scorso anno, di revocare lo stato di emergenza introdotto dopo il tentativo di colpo di stato fallito nel 2016, ma esprime anche rammarico per il fatto che molti dei poteri straordinari concessi al presidente e all’esecutivo dopo il tentativo di golpe rimangono in vigore, e continuano a limitare la libertà e i diritti umani fondamentali nel Paese. Gli eurodeputati si dicono seriamente preoccupati per il restringimento dei margini d’azione della società civile nel paese, visto il gran numero di attivisti, giornalisti e difensori dei diritti umani che sono attualmente in carcere, ed esprimono la volontà di sostenere i cittadini turchi e di mantenere aperto il dialogo politico e democratico con il Paese.

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I fondi dell’Ue, affermano, devono essere messi a disposizione della società civile turca, direttamente e non attraverso Ankara, per sostenere i difensori dei diritti umani, gli studenti e i giornalisti, e per promuovere e proteggere i valori e i principi democratici. Per mantenere la Turchia economicamente ancorata all’Ue, gli europarlamentari indicano la possibilità di aggiornare l’Unione doganale Ue-Turchia del 1995 per includere, ad esempio, agricoltura e appalti pubblici, come un’opzione da attivare se vi saranno miglioramenti concreti nel campo della democrazia, dei diritti umani, delle libertà fondamentali e dello stato di diritto. Gli eurodeputati sollecitano inoltre la Turchia a soddisfare tutti i 72 parametri fissati dall’Ue per la liberalizzazione dei visti per l’accesso dei cittadini turchi all’Unione, a beneficio in particolare di studenti, accademici, rappresentanti delle imprese e persone con legami familiari nei paesi dell’Unione.

La risoluzione riconosce, infine, l’importante ruolo della Turchia nel rispondere alla crisi migratoria, a seguito della guerra in Siria, e gli sforzi del governo di Ankara per garantire ai rifugiati una protezione temporanea. Gli eurodeputati sottolineano come il Paese e la sua popolazione abbiano mostrato grande ospitalità, offrendo rifugio a oltre 3,5 milioni di rifugiati siriani. Allo stesso tempo, chiedono alla Turchia di rispettare il principio di non respingimento, e agli Stati membri, d’altra parte, di mantenere le loro promesse riguardo al reinsediamento volontario su larga scala nell’Ue dei rifugiati ospitati nei campi profughi turchi. askanews

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