Buoni segnali ma strada lunga

Buoni segnali ma strada lunga
Raffaele Cantone, presidente dell'Anac
6 luglio 2017

La prevenzione migliora “ma nessuno si illude che i piccoli ma importanti risultati ottenuti, per quanto significativi, possano giustificare eccessi di ottimismo”. Perche’ gli effetti positivi sul piano della lotta alla corruzione “si potranno vedere solo nel medio e lungo periodo, sempre che la strada intrapresa venga perseguita con ancora maggiore impegno da tutti gli attori istituzionali”. Raffaele Cantone, presidente dell’Anac, ha sfruttato l’occasione della presentazione della Relazione annuale dell’Autorita’ (314 pagine zeppe di numeri e di analisi) per ricordare che si’, nel Paese “e’ in atto una evidente e benefica rivoluzione culturale nell’affrontare il fenomeno”, ma che il tema continua ad avere un ruolo centrale nel dibattito pubblico “anche e soprattutto perche’ l’onda lunga degli scandali e delle indagini giudiziarie non sembra arrestarsi”. Un anno “di intenso lavoro”, quello vissuto dall’Anac – 1.388 delibere, 845 istruttorie, 193 procedimenti di vigilanza, 656 pareri – che ha evidenziato molte luci ma anche diverse ombre. La sanita’, ad esempio, che “continua a destare particolare preoccupazione”: appalti, concorsi, accreditamento, gestione dei proventi delle sperimentazioni cliniche, liste d’attesa e delle camere mortuarie sono “le aree piu’ vulnerabili”, per le quali si e’ chiesto di adottare misure ad hoc.

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Ma nel 2017 l’attenzione sara’ concentrata anche “su altri ambiti strategici, come le Autorita’ di sistema portuale, le Universita’ e la gestione dei rifiuti, attraverso il confronto mediante tavoli tematici con i soggetti interessati, perche’ le misure anticorruzione sono efficaci solo se condivise e non calate dall’alto”. Altro aspetto chiave della vigilanza e’ quello che concerne i conflitti di interesse, “la cui rimozione e’ fondamentale per evitare possibili utilizzi indebiti di posizione e conseguenti fatti di maladministration”. Nel settore dei servizi e delle forniture, nel 2016 gli esposti su presunte irregolarita’ sono stati quasi 2.600, con “numerose attivita’ sulla gestione dei centri di accoglienza per stranieri e richiedenti asilo”. All’Autorita’, ha ricordato il presidente, arrivano “centinaia di quesiti, richieste di chiarimento o collaborazione che vengono formulate soprattutto sulla materia dei contratti pubblici, in particolar modo dalle amministrazioni: le risposte saranno fornite solo se la questione posta e’ nuova e di rilevanza generale, con la chiara volonta’ di non assecondare l’idea che gli appalti si possano fare solo con il ‘bollino’ dell’Anac, e al contrario rimarcando che l’Autorita’ non e’ un consulente e che non si puo’ sostituire alle scelte discrezionali dell’amministrazione”.

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Un capitolo a parte e’ quello rappresentato dalle segnalazioni di whistleblowing, in costante aumento: 235 due anni fa, 252 l’anno scorso, gia’ oltre 260 nei primi cinque mesi di quest’anno”. Peccato che “la maggior parte delle segnalazioni riguardi non comportamenti altrui illeciti ma problemi di carattere personale, relativi a concorsi o progressioni di carriera”: come dire che l’istituto, “indispensabile in una prospettiva di coinvolgimento della parte migliore dell’amministrazione nella politica di prevenzione della corruzione, necessita di una normativa piu’ coraggiosa, che garantisca davvero la riservatezza a chi segnala illeciti e soprattutto lo tuteli contro atti discriminatori”. Quanto alla fase dell’emergenza post sisma dell’Italia centrale “caratterizzata da polemiche per presunti ritardi e difficolta’ connesse a procedure burocratiche e farraginose”, Cantone ha negato che “le norme siano state un ostacolo agli interventi urgenti: esse invece consentono procedure particolarmente ‘speditive’ che molte amministrazioni, per presumibili ragioni di cautela, non hanno utilizzato”. Ad oggi “vi e’ stata solo una prima sperimentazione sulle procedure per la ricostruzione di 18 scuole ma il clima di collaborazione instauratosi con il commissario straordinario e con la struttura di missione, creata per evitare le infiltrazioni mafiose, fa sperare in una ricostruzione trasparente e il piu’ possibile rapida”.

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