Caldo bollente nel Nord del mondo, per esperti è climate change

Caldo bollente nel Nord del mondo, per esperti è climate change
27 luglio 2018

Un caldo eccezionale ha investito l’emisfero Nord del pianeta nelle ultime settimane, dalla Norvegia al Giappone, passando per la Francia e il Regno Unito. Una situazione eccezionale che persisterà anche nei prossimi giorni, secondo gli esperti. L’Organizzazione meteo mondiale (Wmo) prevede infatti che le alte temperature saranno superiori alla media stagionale dall’Irlanda alla Scandinavia ai Paesi baltici almeno fino all’inizio di agosto.

Dati alla mano, quello ormai agli sgoccioli è stato il luglio più caldo degli ultimi 250 anni in Svezia, dove le renne Sami sono state le vittime eccellenti di una siccità senza precedenti e di incendi devastanti mai visti prima. Decine di persone sono morte in Giappone in quella che le autorità hanno definito un’ondata di caldo “senza precedenti”. Anche la California ha dovuto far fronte a temperature insolitamente bollenti: la colonnina di mercurio ha fatto segnare fino a 48.9 C a Chino. “Generalmente si registrano ondate di caldo in una sola zona del pianeta”, spiega Anders Levermann, professore al Postdam Institute for Climate Impact Research. “Ma attualmente fa molto caldo nell’intero emisfero settentrionale, è eccezionale”, aggiunge. “E’ estremamente difficile attribuire ogni singolo evento direttamente alle attività umane”, ha commentato il climatologo francese Jean Jouzel, interpellato da Afp.

Ma l’aumento delle temperature delle ultime settimane “è in linea con quello che si prevede sia il risultato del cambiamento climatico generato dalle emissioni di gas serra”, secondo Elena Manaenkova, vice segretario generale del Wmo. Uno studio pubblicato sul Bulletin of the American Meteorological Society concludeva a dicembre che il riscaldamento globale era il solo responsabile dell’aumento record delle temperature a livello mondiale nel 2016. Se gli ultimi tre anni sono stati i più roventi mai registrati nel pianeta “la principale domanda è, vedremo questo più spesso se non ridurremo le emissioni di gas serra?”, ha spiegato Levermann. “E la risposta è si”.

Un altro studio pubblicato nel 2017 nel Nature Climate Change journal ha avvertito che anche rispettando i limiti di due gradi imposti dagli accordi di Parigi, metà della popolazione del pianeta dovrà fare i conti con ondate di caldo senza precedenti entro il 2100, paragonato all’attuale 30%. “Ogni anno ci stiamo dirigendo verso nuove temperature da record dalla Russia alla Francia al Giappone”, ha detto ancora Jouzel. Ondate di caldo come quelle del 2003, che hanno causato 70,000 morti in Europa, “rischiano di diventare la regola dopo il 2050 o 2060”, ha aggiunto.

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