I calligrafi del Vaticano a rischio disoccupazione

I calligrafi del Vaticano a rischio disoccupazione
22 dicembre 2014

Di padre in figlio, la tradizione dei calligrafi si è rinnovata fino a oggi nel rione romano di Borgo, dietro San Pietro. Sono gli artigiani che lavorano le “pergamene del Papa”, certificate in Vaticano e vendute in tutto il mondo con i ricavati devoluti in beneficenza. Oggi questo mestiere sta per sparire e centinaia di artigiani rischiano di perdere il lavoro. Il Vaticano ha infatti deciso di chiudere la convenzione dal primo gennaio del 2015: riduzione dei costi, lotta alle false pergamene e allo sfruttamento commerciale selvaggio di questioni sacre, dicono dalla Santa Sede. Le pergamene saranno confezionate direttamente in Vaticano partendo da modelli al computer. Ma secondo Sabina Turtura, che anima la protesta degli artigiani a rischio disoccupazione, non si risolve così il problema. “Sarà sempre possibile acquistare pergamene false o senza timbro, oppure trovarle in commercio a prezzi maggiorati”, ha spiegato. Da un secolo i calligrafi avevano costruito una rete commerciale piccola ma estesa in tutto il mondo: un matrimonio a Montevideo, nozze d’oro a Manila o battesimi a Parigi. Le loro pergamene con la benedizione del Papa, raggiungevano ogni angolo del pianeta. Un viaggio che a quanto pare è destinato a concludersi, interrompendo una secolare tradizione cominciata con i monaci amanuensi dei chiostri medievali. (immagini Afp)

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