Calunnia, Gip ordina imputazione per caposcorta Di Matteo

7 aprile 2017

Accuse infondate nei confronti dei superiori, archiviazione per sette ufficiali dei carabinieri e imputazione coatta, con l’accusa di calunnia, nei confronti di due marescialli: uno di questi ultimi, Saverio Masi, e’ il caposcorta del pm Nino Di Matteo, magistrato piu’ volte minacciato e oggetto di piani di morte, costretto a vivere sotto scorta e protetto come un Capo di Stato. Il provvedimento e’ del Gip di Palermo Vittorio Alcamo, che ha accolto la richiesta di archiviazione nei confronti del generale Gianmarco Sottili, del colonnello Francesco Gosciu e di altri ufficiali gia’ in servizio nel Nucleo investigativo del capoluogo siciliano.

Masi e l’altro maresciallo Salvatore Fiducia li avevano accusati di non avere voluto catturare Bernardo Provenzano e Matteo Messina Denaro e di avere nascosto prove decisive per indagini su personaggi politici come Toto’ Cuffaro. Denunce presentate con anni di ritardo e che sono state ritenute totalmente prive di riscontri. I pm avevano chiesto l’archiviazione pure per i due sottufficiali, ma il giudice Alcamo ha ritenuto necessario imporre la formulazione dell’imputazione, dunque la richiesta di rinvio a giudizio con l’accusa di calunnia. Saverio Masi, che per fatti analoghi e’ gia’ sotto processo a Roma, con l’accusa di diffamazione, nel 2015 fu condannato – con una sentenza definitiva – a sei mesi per avere falsificato la firma di Gosciu, cosa che gli sarebbe servita per simulare di essere stato autorizzato a svolgere un’attivita’ investigativa con un’auto privata, multata per eccesso di velocita’. Il maresciallo e’ ancor oggi in servizio con Di Matteo.

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