Camera, quarto rinvio per acqua pubblica. Slitta pure codice della strada

Camera, quarto rinvio per acqua pubblica. Slitta pure codice della strada
21 giugno 2019

Sono diversi i provvedimenti che sarebbero dovuti approdare in Aula e invece subiscono un rinvio. E’ quanto risulta al termine della Conferenza dei capigruppo di Montecitorio. E’ il caso della proposta di legge targata M5s sulla gestione pubblica dell’acqua, che subisce il quarto rinvio: il provvedimento, previsto in Aula la settimana prossima, viene nuovamente fatto slittare.

La proposta di legge sarebbe dovuta approdare in Aula a fine marzo, ma e’ da allora che, a causa di problemi interni alla maggioranza, il testo viene rinviato di mese in mese. Slitta anche il codice della strada, anch’esso in calendario la prossima settimana ma rinviato. Come gia’ preannunciato, viene rinviato a luglio anche l’esame da parte dell’Aula della proposta di legge sull’eutanasia. In tutti e tre i casi la richiesta di rinvio arriva dalle commissioni, che non hanno terminato l’esame dei provvedimenti. Infine, slitta anche la proposta di legge sulla ‘privatizzazione’ di Bankitalia.

Intanto, l’attivita’ legislativa del Parlamento e’ monopolizzata dai decreti del governo. Il ricorso ai decreti sui quali poi porre la fiducia e’ una prassi che si e’ consolidata nel tempo e a cui sono ricorsi tutti i governi che si sono succeduti dalla seconda Repubblica in poi, a scapito dell’attivita’ di iniziativa legislativa del Parlamento. Il mese e’ infatti iniziato con tre diversi provvedimenti in scadenza, di cui due, lo Sblocca cantieri e il decreto Crescita, caratterizzati da un iter particolarmente complesso e controverso, anche a causa delle tensioni registrate tra M5s e Lega nel pieno della campagna elettorale per le Europee. Gli stop and go che hanno subito i due provvedimenti – a cui si sono aggiunte anche le ‘frizioni’ tra alleati sul decreto Sanita’ Calabria – hanno contribuito a rallentare la normale attivita’ del Parlamento, tanto da spingere il presidente di Montecitorio, Roberto Fico, a inviare una lettera al presidente del Consiglio per chiedere un maggior coordinamento sulla decretazione d’urgenza.

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In particolare, le ultime tre settimane i lavori dell’Aula di Montecitorio e di Palazzo Madama hanno avuto al centro quasi esclusivamente l’esame di decreti: dal provvedimento sulle misure urgenti per la sanita’ in Calabria (approvato ieri in via definitiva) fino al decreto Crescita, di cui la Camera si sta occupando da ieri, ma che oggi e’ tornato in commissione per la necessita’ di apportare modifiche al testo dopo nuove tensioni interne ai gialloverdi. Secondo uno studio realizzato da OPENPOLIS per AGI, nel primo anno di governo l’esecutivo Conte ha presentato 117 provvedimenti al Parlamento. Escludendo le 72 ratifiche di trattati internazionali, il totale scende a 44. Il 45% di queste proposte sono decreti legge. Ad oggi, 6 dei 15 decreti del governo Conte che sono stati convertiti in legge hanno necessitato di almeno un voto di fiducia per completare l’iter.

Nello specifico, il decreto Milleproroghe, il decreto Sicurezza (2 voti di fiducia, sia alla Camera che al Senato), il decreto Fiscale, il decreto Semplificazioni, il decreto contenente Reddito di cittadinanza e Quota 100 e ultimo in ordine di tempo lo Sblocca cantieri. All’elenco dovra’ essere aggiunto il decreto Crescita, ora all’esame della Camera e sul quale il governo ha gia’ preannunciato che mettera’ la fiducia. nella legislatura in corso, sono 4 i decreti decaduti (ovvero non convertiti in legge) le cui norme sono state fatte confluire in altri provvedimenti: il decreto Fatturazione elettronica per i benzinai (decaduto il 17 agosto 2018, ma confluito nel decreto Dignita’); il decreto Giustizia sportiva (decaduto il 5 dicembre 2018 ma confluito poi in vari provvedimenti presentati dal governo); il decreto Ordini forensi (decaduto il 12 marzo 2019, ma confluito nel decreto Semplificazioni come il decreto Ncc.

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