Il candidato sindaco e la foto con il nipote del boss, M5s si spacca su Corleone

23 novembre 2018

“Andiamo avanti a testa alta. La Corleone onesta vincera’ e si rialzera’. Noi siamo il cambiamento in questa comunita’”. Lo ha detto il candidato sindaco del M5s, Maurizio Pascucci, stasera nel suo comizio in piazza Garibaldi, davanti a una folla di supporter. Non c’e’ Luigi Di Maio che un paio di ore prima ha deciso di disertare l’appuntamento elettorale dopo le polemiche sull’apertura al dialogo con i parenti dei mafiosi. C’e’ invece il parlamentare pentastellato Giuseppe Chiazzese che ha garantito pieno sostegno e rivendicato questa “scelta inclusiva delle persone oneste”. Quindi si va avanti, pur tra i mal di pancia nel movimento e tra gli attivisti. Pascucci ha ringraziato le commissarie e le insegnati corleonesi “che sono state le principali rappresentanti dello Stato a Corleone”. Il politico toscano ha affermato di sentirsi “pienamente corleonese. Insieme cambieremo, puntando soprattutto sullo sviluppo, sostenendo l’agricoltura e il turismo”. I turisti “vengono a Corleone per vedere la ‘capitale mafiosa’, e’ come se venissero in una sorta di zoo, solo per un’ora, e poi vanno via. Ma la responsabilita’ e’ anche nostra: dobbiamo offrire di piu’, le bellezze di questo territorio, lavorare sulla comunicazione”.

IL NIPOTE DEL BOSS “Noi siamo gente per bene. Ogni mattina ci alziamo alle cinque per venire ad aprire il bar. Non ho proprio niente da dire a Di Maio, ognuno è libero di fare ciò che vuole. E se non vuole i nostri voti, pazienza. Ne faremo a meno”. Lo ha detto la nipote di Bernardo Provenzano, moglie di Salvatore Provenzano, che si è fatto la foto con il candidato sindaco di Corleone Maurizio Pascucci. “Quella foto mica l’abbiamo voluta fare noi – spiega- l’ha voluta fare lui con quelli del suo staff”.

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 LA FOTO La scelta di fotografare Maurizio Pascucci e il marito della nipote del boss defunto Bernardo Provenzano all’interno del bar e’ stata presa per rispondere alle accuse mosse durante la campagna elettorale al candidato sindaco del M5s accusato di fare antimafia giustizialista avendo suggerito in passato ai volontari nei campi di Libera di non frequentare il bar del nipote di Provenzano. A spiegare la decisione sono alcuni attivisti del M5s a conclusione della riunione nella sede del comitato elettorale. Dice il deputato Giuseppe Chiazzese: “Siamo andati in quel bar proprio per dimostrare che noi siamo inclusivi, per prenderci il caffe’… quel signore si e’ dissociato dal boss, prendendone le distanze. Dobbiamo fare un’opera di inclusione. Noi non li vogliamo i voti dei mafiosi e nessuno ha dubbi dell’antimafia di Pascucci”

DI MAIO “Salta il mio comizio a Corleone, vi spiego perché”. Luigi Di Maio pubblica un video su Facebook per prendere le distanze dal candidato M5S in Sicilia. “Stasera era previsto il mio comizio a Corleone per le comunali – dice il leader M5S – avrei dovuto incontrare un imprenditore, con cui mi scuso, ma non andrò a Corleone, non parteciperò al comizio finale. Quando sono arrivato a Palermo ho aperto il cellulare e tra le news c’era questa notizia che ha dato il nostro candidato del M5s dicendo che voleva aprire al dialogo con i parenti dei mafiosi. Questa fa il paio con una foto sua che ha fatto in questi giorni con il nipote del boss Provenzano, uno dei due capi della mafia stragista degli anni 80 e 90 che ha fatto saltare in aria Borsellino e Falcone”. Poi incalza. “Sulla mafia non e’ concesso neppure peccare d’ingenuita’ da parte di chi si candida a ricoprire cariche pubbliche. Ci aspettavamo scuse, non arroganza – chiosa Di Maio -. Questo non e’ un comportamento da Movimento 5 Stelle e come tale deve essere sanzionato immediatamente”. Cosi’ il capo politico del M5s, annuncia il deferimento del candidato sindaco per il M5s Maurizio Pascucci ai probiviri M5s.

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DOMENICA SI VOTA Corleone al voto domenica, dopo circa due anni di commissariamento. Fari sulla citta’ che e’ stata di Toto’ Riina e di Bernardo Provenzano, nati e sepolti qui, ma che, in parte, dicono le tre commissarie, i giovani del posto e la Chiesa locale, e’ un capitolo chiuso. Bisogna vigilare, ha avvertito il vescovo Michele Pennisi; “Vogliamo essere sentinelle”, hanno assicurato i giovani, e qualcosa, in effetti, rivendicano in tanti, e’ stato costruito, sul fronte della partecipazione, di una maggiore consapevolezza e di scelte amministrative, in un paese che negli anni scorsi era diventato anche tax free per i boss. Cosi’, ‘per non dimenticare’ e per capire che la cattura dei due padrini non ha cancellato Cosa nostra da queste parti, come ha dimostrato del resto lo scioglimento per infiltrazioni, e’ forse utile recuperare le ragioni di questo commissariamento ormai al capolinea.

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