Cannes, Golino presenta “Euforia”: nel film esperienze personali

15 maggio 2018

Si intitola “Euforia” il secondo film di Valeria Golino regista, e anche questa volta, come era successo cinque anni fa con “Miele”, lo ha presentato a Cannes nella sezione Un Certain Regard. Riccardo Scamarcio interpreta un giovane imprenditore di successo, spregiudicato e affascinante, mentre Valerio Mastandrea è suo fratello, un uomo cauto, integro, che vive nell’ombra. Le loro reciproche certezze entrano in crisi quando Matteo scopre che il fratello è malato e decide di nascondergli la verità. Una storia che parte dall’esperienza personale della regista: “Non racconto mai cose che riguardano direttamente me o la mia famiglia, però c’erano anche in ‘Miele’ tanti spunti che riguardavano ad esempio mio papà. Ed anche in questo caso conversazioni, conversazioni che abbiamo avuto. Ho cominciato a vivere una situazione vera, personale, di un amico, di una persona che mi è molto cara, che stava vivendo una storia molto simile alla nostra. Poi l’abbiamo romanzato, rielaborato, però è vero che molti dei fatti, degli avvenimenti, dei piccoli avvenimenti che succedono, sono anche racconti di questo mio amico”. Come in “Miele”, anche in questo film Golino affronta il tema della malattia e della morte, seppure da un’angolazione diversa: “Se devo pensare ai film che ho fatto effettivamente hanno qualcosa di speculare e opposto no, e mi fa anche piacere pensare che sia così. Quando ho deciso di fare “Euforia” non pensavo che questo era il motivo che mi portava a farlo, non è una cosa ragionata, non è una cosa tematica. “Ma se devo raccontare l’esistenziale, il mondo di oggi, è chiaro che cerco anche drammaturgicamente le uniche cose che sono rimaste intoccate in quel senso, e probabilmente la morte è la regina di quelle cose”.

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