Contrada, 10 anni di carcere da innocente. “Mi hanno devastato la vita”

Contrada, 10 anni di carcere da innocente. “Mi hanno devastato la vita”
7 luglio 2017

La Corte di Cassazione ha revocato la condanna a 10 anni nei confronti dell’ex n. 2 del Sisde Bruno Contrada, accusato di concorso in associazione mafiosa. I giudici hanno dichiarato “ineseguibile e improduttiva di effetti penali la sentenza di condanna”. La Cassazione ha accolto il ricorso del legale di Contrada, Stefano Giordano, che aveva impugnato il provvedimento con cui la Corte d’appello di Palermo aveva dichiarato inammissibile la sua richiesta di incidente di esecuzione. Dunque, ha fatto 10 anni di carcere da innocente. E ora, a 86 anni e dopo oltre venti anni di inferno giudiziario, ha parole durissime per i suoi persecutori: “Hanno devastato gli ultimi 25 anni di vita dopo 40 anni di onorato servizio. Ma la dignità non me l’hanno mai tolta”.  “Per 25 anni la mia vita è stata devastata e adesso arriva la sentenza della Cassazione che conferma quanto dico dal 1992: sono un uomo innocente. Una giustizia un po’ tardiva – dice con amara ironia – visto che nel frattempo ho scontato una pena a dieci anni di carcere…”. La decisione dei giudici con l’ermellino è arrivata nella tarda serata di ieri. La Cassazione, come si legge nel provvedimento, dichiara “ineseguibile e improduttiva di effetti penali la sentenza emessa nei confronti di Contrada dalla Corte di appello di Palermo in data 25 febbraio 2006, irrevocabile in data 10 maggio 2007”.

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L’istanza di revoca era stata presentata dal difensore Giordano in virtù della decisione della Corte europea dei diritti dell’Uomo che, nel 2015, aveva stabilito che l’ex poliziotto non avrebbe dovuto essere condannato: il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, negli anni in cui venne contestato all’imputato, infatti, non sarebbe stato codificato in maniera sufficientemente chiara, secondo i giudici della Corte europea. Per i giudici della corte d’appello di Palermo invece, come si leggeva nell’ordinanza adesso annullata, “la situazione venutasi a creare a seguito della pronuncia da parte della corte Edu si fonda su un’interpretazione comunitaria di fatto incompatibile con l’ordinamento giuridico italiano”. “Ancora una volta con argomentazioni apodittiche – aveva commentato l’avvocato Giordano – lo Stato italiano si sottrae all’esecuzione delle statuizioni della Corte europea dei diritti dell’uomo violando così palesemente obblighi internazionali e pattizi. Chiederemo che si pronuncino le sezioni unite della Cassazione”. Ma oggi la novità. Una decisione che è uno sberleffo alla Giustizia perché arriva quando oramai Contrada, a 86 anni suonati, ha appena finito di scontare la sua pena tra carcere militare e domiciliari.”E’ una pronuncia molto importante, perché dimostra, anzitutto, che i diritti umani vanno presi sul serio, e che le sentenze – a tutti i livelli – vanno rispettate”. Commenta così la revoca di condanna il professore Vittorio Manes, difensore di Bruno Contrada insieme all’avvocato Stefano Giordano. All’ex n. 2 del Sisde, questa decisione, prosegue il docente dell’università di Bologna, “restituisce quanto meno la dignità: quel valore immateriale, proprio di ogni essere umano, che mai può acquistarsi per meriti né perdersi per demeriti”.

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