Caso Regeni, Roma indaga su 007 egiziani. La famiglia: “Grati per il lavoro”

30 novembre 2018

Sette agenti dei servizi segreti egiziani saranno indagati a Roma per il reato di sequestro di persona nell’ambito dell’inchiesta sulla scomparsa, sulle torture e sulla morte di Giulio Regeni, il 28enne ricercatore di origine friulana sparito il 25 gennaio 2016 al Cairo e trovato cadavere il 3 febbraio lungo la strada che collega la capitale ad Alessandria. La Procura della capitale procedera’ formalmente alla loro iscrizione all’inizio della prossima settimana.

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Dalle indagini tecniche sui tabulati telefonici che il Procuratore Giuseppe Pignatone e il pm Sergio Colaiocco hanno affidato alla squadra investigativa di Ros e Sco e’ emerso che i 7 agenti segreti del Cairo hanno monitorato i contatti, le frequentazioni e i movimenti di Giulio Regeni almeno fino al 25 gennaio di due anni fa. Gli esiti di questi approfondimenti erano stati portati a conoscenza delle autorita’ egiziane da almeno un anno cosi’ come i nomi degli 007 che gli inquirenti romani intendono mettere sotto indagine.

La Procura di Roma ha annunciato che formalizzerà l’iscrizione nel registro degli indagati di diversi poliziotti e agenti segreti egiziani, sospettati del sequestro e dell’omicidio di Giulio Regeni. Quello che potrebbe sembrare una svolta nelle indagini pone dubbi sul reale progresso nella ricerca della verità. Senza la collaborazione del Cairo l’indagine sembra destinata ad essere archiviata. D’altro canto solleva domande sull’efficienza della diplomazia italiana in Egitto. Inscrivendo la vicenda Regeni nel quadro politico regionale ciò che a molti appare chiara è l’importanza per la Farnesina del ruolo che può giocare Al Sisi perché l’Italia riguadagni una qualche centralità nella partita sugli assetti in Libia.

STOP CAMERA A RAPPORTI CON PARLAMENTO EGIZIANO

“Con grande rammarico annuncio ufficialmente che la Camera dei deputati sospenderà ogni tipo di relazione diplomatica con il Parlamento egiziano fino a quando non ci sarà una svolta vera nelle indagini e un processo che sia risolutivo”. Lo ha annunciato il presidente della Camera Roberto Fico, riguardo al caso di Giulio Regeni, il ricercatore italiano ucciso in Egitto. Da parte della Procura di Roma, che si accinge a formalizzare l’iscrizione sul registro degli indagati di alcuni, tra poliziotti egiziani e agenti del servizio segreto civile, identificati dagli investigatori di Ros e Sco e ritenuti coinvolti, con ruoli differenti, nel sequestro di Regeni, “un atto giusto, forte e coraggioso. Un atto dovuto, visto che la Procura del Cairo non procede, è giusto lo faccia la Procura di Roma”. “A settembre sono andato al Cairo avevo detto sia al Presidente Al Sisi sia al presidente del Parlamento egiziano – prosegue – che eravamo in una situazione di stallo, avevo avuto delle rassicurazioni ma ad oggi non è arrivata nessuna svolta”. Da qui, la decisione di interrompere le relazioni col Parlamento egiziano.

LA FARNESINA

Per il ministro degli Esteri Enzo Moavero, “la ricerca della verita’ sulla barbara uccisione di Giulio Regeni resta prioritaria nel quadro dei rapporti dell’Italia con l’Egitto, nella consapevolezza della forte richiesta di giustizia che proviene da familiari, istituzioni e italiani”. La Farnesina, riferisce, che fara’ i passi necessari per richiamare le Autorita’ egiziane a rinnovare con determinazione l’impegno, piu’ volte espresso, anche al massimo livello, di raggiungere risultati concreti e significativi.

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LA FAMIGLIA

La famiglia Regeni “esprime gratitudine per il lavoro prezioso ed incessante della procura e degli investigatori di Roma che ha portato, insieme alle indagini difensive svolte dai nostri consulenti ed avvocati, ad accettare l’identità di alcuni dei responsabili del sequestro, delle torture e della morte di Giulio”. “Confidiamo – spiega la famiglia – che l’iscrizione nel registro degli indagati di questi soggetti possa segnare una definitiva accelerazione nell’accertamento processuale di quella verità che inseguiamo incessantemente da 34 mesi insieme a migliaia di cittadini”.

L’avvocato della famiglia, Alessandra Ballerini, ha incontrato il procuratore Giuseppe Pignatone e il sostituto procuratore Sergio Colaiocco per un aggiornamento sullo stato delle indagini. La legale ha poi avuto un incontro con il presidente della Camera Roberto Fico “che fin dal primo momento ha dimostrato salda e concreta vicinanza alla nostra battaglia per ottenere verità e giustizia”.

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