Caso Regeni, Roma alza voce con Egitto: “Risposte rapide”

Caso Regeni, Roma alza voce con Egitto: “Risposte rapide”
30 novembre 2018

Roma alza la voce con Il Cairo, che mostra “sorpresa” per la sospensione delle relazioni tra l Parlamento italiano e quello egiziano, decisa ieri dai gruppi politici a Montecitorio dopo aver verificato che la magistratura del Paese nordafricano non sembra voler andare in fondo nell’inchiesta sulla sorte di Giulio Regeni, il ricercatore friulano sequestrato, torturato e ucciso nel 2016. Il governo italiano vuole vedere “concreti sviluppi investigativi” da parte egiziana, ha detto il ministro degli Esteri, Enzo Moavero, che ha convocato alla Farnesina l’ambasciatore egiziano in Italia, Hisham Badri, all’indomani dell’iniziativa della Procura di Roma che ha avviato un’indagine nei confronti di 7 dirigenti dei servizi segreti egiziani.

Moavero, si legge in una nota, “ha sottolineato come gli esiti della riunione svoltasi nei giorni scorsi a Il Cairo tra magistrati italiani ed egiziani abbiano determinato una forte inquietudine in Italia” e ha sollecitato Il Cairo “ad agire rapidamente al fine di rispettare l’impegno, assunto ai piu’ alti livelli politici, di fare piena giustizia sul barbaro omicidio di Giulio Regeni”. L’ambasciatore egiziano, spiega la nota della Farnesina, ha assicurato “che l’impegno del suo governo per fare luce sul caso non puo’ essere messo in discussione, che la collaborazione giudiziaria, come riaffermato anche in occasione dell’ultima riunione al Cairo, deve assolutamente continuare e che e’ intenzione delle Autorita’ egiziane proseguire le indagini nonostante le difficolta’ riscontrate”. Il parlamento egiziano, dal canto suo, ha giudicato quella dell’assemblea legislativa italiana una “ingiustificata… iniziativa unilaterale”. Essa “rappresenta una fuga in avanti che non e’ utile agli interessi dei due Paesi e non contribuisce a raggiungere la verita’ e ottenere giustizia”, afferma una nota, mentre diversi deputati fanno notare che l’Italia “ha bisogno dell’Egitto”, tra l’altro, per la soluzione della crisi libica.

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Il governo italiano, al momento sembra compatto, rispecchiando l’unita’ dei gruppi parlamentari sottolineata dal presidente della Camera, Roberto Fico: “Una linea cosi’ forte della Camera verso l’Egitto sul caso Regeni non c’era mai stata fino ad ora”, ha detto, anche se una comunicazione formale al parlamento egiziano non sembra ancora arrivata. E se il vicepremier, Luigi Di Maio, ricorda che l’Egitto “si era impegnato “a darci risposte concrete nel periodo che va da fine novembre a fine anno”, dal G20 di Buenos Aires il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, e’ stato laconico: “Tutte le volte che ho parlato con il presidente Al Sisi – ha detto, rispondendo alle domande dei giornalisti – mi ha sempre ribadito la sua determinazione per raggiungere la verita’. Non ho parlato con la Procura di Roma, appena tornero’ ci confronteremo e il governo assumera’ le sue decisioni”.

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