Cassazione, processo da rifare per Fede e la Minetti. Cade favoreggiamento prostituzione minorile

Cassazione, processo da rifare per Fede e la Minetti. Cade favoreggiamento prostituzione minorile
23 settembre 2015

di Maurizio Balistreri

Processo da rifare per Emilio Fede e Nicole Minetti. La Terza sezione penale della Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello di Milano nell’ambito del processo Ruby bis. I supremi giudici, hanno infatti accolto i ricorsi dei difensori dei due imputati e hanno dichiarato “inammissibile” il ricorso della Procura della Corte d’Appello di Milano che chiedeva condanne più elevate e il ripristino dell’accusa di favoreggiamento alla prostituzione minorile di Ruby, la ragazza marocchina che aveva 17 anni quando frequentava le cosiddette ‘cene eleganti’ di Arcore per allietare le serate a sfondo sessuale dell’allora premier Silvio Berlusconi. La Suprema Corte ha dunque disposto un processo d’appello bis per l’ex direttore del Tg4 e l’ex consigliera della Regione Lombardia che in secondo grado erano stati condannati rispettivamente a quattro anni e dieci mesi e a tre anni di reclusione. I giudici, come detto, non hanno condiviso le conclusioni del sostituto pg Ciro Angelillis che aveva sollecitato un nuovo processo per aumentare la pena ad Emilio Fede, in accoglimento delle tesi contenute nel ricorso presentato dalla procura generale di Milano. In sostanza, per il pg, Fede sapeva che Karima El Marhoug era minorenne e per questo deve essere condannato per favoreggiamento della prostituzione minorile.

LA DIFESA “Quello di oggi e’ un grande risultato che cancella definitivamente l’accusa di induzione alla prostituzione minorile, ponendo paletti importanti sulla vicenda – ha commentato l’avvocato Maurizio Paniz, difensore di Fede -. Ho sempre avuto fiducia nella giustizia – ha aggiunto – anche di fronte a sentenze pesanti di condanna. Con questa fiducia mi affido al nuovo grado di giudizio”. Il penalista ha detto di aver gia’ comunicato a Fede la sentenza: “Mi ha ringraziato, ed era rassicurato”, ha raccontato Paniz che aveva chiesto clemenza per Fede “che ha 84 anni ed è incensurato” invocando per il suo cliente almeno la concessione delle attenuanti.

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