Catalogna, ex vicepresidente Junqueras rimane in carcere

Catalogna, ex vicepresidente Junqueras rimane in carcere
L'ex vicepresidente del governo catalano, Oriol Junqueras
5 gennaio 2018

La sezione d’appello della Corte Suprema di Madrid ha confermato la permanenza in carcere dell’ex vicepresidente del governo catalano, Oriol Junqueras, a causa del rischio di “reiterazione del reato”: è quanto pubblica il quotidiano spagnolo La Vanguardia. Junqueras, leader del partito indipendentista di Erc, è accusato di ribellione, sedizione e malversazione di fondi pubblici in relazione al referendum sull’indipendenza del primo ottobre scorso e alla dichiarazione di indipendenza votata successivamente dal Parlamento catalano, che aveva portato al commissariamento della regione. La sentenza impedisce di fatto a Junqueras di potere esercitare il proprio diritto come parlamentare eletto nelle elezioni regionali del 21 dicembre scorso. A meno che non venga accettata la sua richiesta di trasferimento in un carcere catalano e il relativo permesso di assistere alle sessioni plenarie che dovranno decidere l’investitura del nuovo presidente della Generalitat. Soprattutto, la decisione della Corte sembrerebbe mettere definitivamnet fuori gioco Junqueras dalla possibilità di essere investito presidente: la sua scarcerazione avrebbe reso assai più probabile il ricorso degli indipendentisti al “piano B” rappresentato dal leader di Erc in caso di impossiblità di un ritorno in Spagna di Carles Puigdemont.

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Puigdemont – che non ha mai formalmente accettato l’applicazione dell’articolo 155 – si ritiene infatti l’unico presidente legittimo. L’inatteso trionfo elettorale della sua formazione, Junts per Catalunya, lo ha reso il vincitore politico delle regionali: ma le sue richieste di dialogo con Madrid perché riconosca l’esito delle elezioni e fornisca garanzie per un suo ritorno sono finora rimaste lettera morta. Sta di fatto che in base agli attuali regolamenti la presenza fisica di deputati e candidati alla presidenza nel corso del dibattito di investitura è necessaria. Per questo motivo (e per poter disporre di una maggioranza effettiva e non solo teorica) gli ex ministri che si trovano ancora in Belgio ed eletti il 21 dicembre scorso potrebbero farsi da parte e lasciare l’incarico ad altri membri delle loro liste. Misura che però – secondo fonti indipendentiste – non riguarderebbe Puigdemont.

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