Nasce il patto dell’arancino, Berlusconi-Salvini-Meloni verso le Politiche

3 novembre 2017

Nonostante in molti cominciassero a non crederci più, alla fine Berlusconi, Salvini e Meloni si sono ritrovati alla stessa tavola ieri sera a Catania. L’obiettivo, a due giorni dal voto per le regionali siciliane, era quello di riunire e appianare le frizioni interne il centrodestra per iniziare un percorso condiviso in vista politiche del 2018. I tre leader, impegnati nel corso della giornata nei comizi a sostegno del candidato presidente Nello Musumeci, sono arrivati nel ristorante a tarda serata e qui, davanti a degli arancini tipici catanesi e una cernia all’acquapazza, hanno parlato dello stato della coalizione. Un incontro che spegne, in parte, l’entusiasmo di chi si attendeva da ieri sera qualcosa di più. A cominciare da Silvio Berlusconi, che uscendo dal ristorane ha commentato: “E’ andata benissimo, come sempre – ha detto l’ex cavaliere -. Eravamo già d’accordo. Il patto c’è sempre stato, non c’era nulla di nuovo abbiamo continuato in quel percorso che ci deve portare a vincere le elezioni alla guida del Paese”.

La cena andata avanti per un paio d’ore e si è conclusa con un lungo colloquio fra i tre leader nella veranda del ristorante. Il “patto dell’arancino”, come lo ha definito Giorgia Meloni insomma, c’era già: “Assolutamente patto dell’arancino – ha detto la presidente di Fratelli d’Italia -. Abbiamo parlato di cose da fare e degli obiettivi che vogliamo darci, ovvero poter dare all’Italia un governo che faccia i suoi interessi dopo anni di governi che hanno fatto i propri interessi e non quelli degli italiani. Abbiamo gettato le basi e l’inizio di un percorso positivo”. Prima della cena, i tre leader sono stati impegnati in tre piazze diverse: le Ciminiere per Berlusconi, piazza del Teatro Massimo per Salvini, la protesta contro lo ius soli per Meloni. Il leader della Lega prima di raggiungere gli altri due commensali ha cenato in un altro ristorante insieme ad alcuni suoi militanti. Un fatto che per alcune ore ha fatto temere che l’incontro potesse saltare. A tavola c’erano anche il centrista Lorenzo Cesa, e Vittorio Sgarbi indicato come assessore in un governo Musumeci.

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