Cgil, tutelare imprese confiscate

4 marzo 2014

Le criticita’ nell’assegnazione dei beni confiscati a Cosa nostra sono state al centro dell’audizione dei sindacati da parte della Commissione nazionale antimafia, ieri e oggi a Palermo per due giorni di lavori. All’organismo presieduto da Rosi Bindi i sindacati hanno evidenziato le criticita’ esistenti nel percorso che segue il sequestro di un’azienda alla mafia. Criticita’ che, secondo la Cgil, portano ”nella stragrande maggioranza dei casi al fallimento di quell’azienda e alla perdita dei posti di lavoro”. ”La missione in Sicilia della Commissione nazionale antimafia -dice Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil siciliana- e’ un segnale importante di attenzione su un problema ancora pesante quale e’ la presenza della mafia e la sua capacita’ di infiltrazione nell’economia e nella politica. Noi riteniamo -aggiunge- che un’azienda bonificata possa essere reimmessa nel circuito dell’economia sana e dare lavoro pulito. Su questo obiettivo siamo impegnati con la proposta di legge nazionale di iniziativa popolare ‘Io riattivo il lavoro”’. Per il sindacato, infatti, la sopravvivenza di un’azienda ”sottratta alla mafia, riportata alla piena legalita’, oltre che un valore concreto, ha un forte valore simbolico. Parliamo di un lavoro sano e pulito -ha concluso Pagliaro- che da’ dignita’ alle persone e costituisce un antidoto alla prepotenza mafiosa”.

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