Cgil, unità nel direttivo. Landini lanciato verso la leadership

Cgil, unità nel direttivo. Landini lanciato verso la leadership
Maurizio Landini bacia Susanna Camusso dietro il palco in piazza del Popolo in occasione di una delle manifestazione nazionale della FIOM
11 novembre 2018

Maurizio Landini fa un altro piccolo passo avanti verso la guida della Cgil. Il direttivo della confederazione di corso d’Italia si è infatti concluso con il voto favorevole a un documento proposto da tutta la segreteria (nessun voto contrario e 3 astenuti), che nella sostanza appoggia la linea della leader uscente Susanna Camusso con l’indicazione dell’ex capo delle tute blu della Fiom come suo successore. Allo stesso tempo “prende atto che su questo percorso si sono legittimamente manifestate differenti posizioni”, si legge.

I sostenitori di Vincenzo Colla, che nella precedente riunione del parlamentino il 27 ottobre avevano espresso critiche di metodo e merito sulla scelta del numero uno dell’organizzazione, alla fine non hanno presentato un proprio ordine del giorno con una candidatura alternativa. Dopo le conclusioni di Camusso, il segretario confederale Roberto Ghiselli, che in segreteria si era espresso contro la scelta di candidare Landini, ha chiesto di poter emendare il documento per evitare rotture traumatiche e salvaguardare l’unità del sindacato. E alla fine così è stato.

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Il dibattito di oggi, riferiscono fonti della Cgil, si è svolto in un clima “molto più sereno”, anche se le posizioni sono rimaste “immutate”. Gli interventi di Ivan Pedretti (Spi), Michele Azzola (Cgil di Roma e Lazio), Emilio Miceli (Filctem) e Alessandro Genovesi (Fillea) hanno per esempio confermato le perplessità sulla linea seguita da Camusso. La temuta spaccatura però non c’è stata. La riunione del direttivo è stata sì il secondo tempo di quella di due settimane fa, tuttavia si è svolta senza strappi. Dal suo canto, Camusso ha ribadito la legittimità del percorso e gli elementi già citati nella relazione introduttiva del 27 ottobre che l’hanno portata a indicare Landini.

Il segretario generale ha risposto nel merito a tutte le osservazioni e critiche manifestate durante il dibattito. Questo non significa che ci sarà una candidatura unica, quella di Landini, che ha già accettato la proposta avanzata da Camusso. I sostenitori di Colla, avendo preso atto che nel direttivo sono minoranza, potrebbero ancora valutare, sulla base dei congressi di categoria che si svolgeranno nelle prossime settimane, di rinviare la mossa di opporre un altro candidato a Landini direttamente al congresso di Bari (22-25 gennaio).

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La conta, in questo caso, avverrebbe nell’assemblea generale di gennaio (i componenti saranno votati dal congresso), che formalmente eleggerà il nuovo segretario generale. Secondo questo schema, persa la battaglia del direttivo Colla punterebbe a vincere la guerra nell`assemblea generale. E’ solo un’ipotesi, per il momento, anche alla luce della conclusione unitaria del direttivo e, allo stesso tempo, perché alla candidatura di Landini stanno arrivando diversi sì: dalla sinistra interna alla Fisac e alla Sicilia, senza contare la standing ovation che gli ha riservato Milano.

“Il comitato direttivo – si legge nel documento unitario – ritiene che il congresso si stia svolgendo nel rispetto delle regole date e considera legittimo il percorso che ha portato alla proposta avanzata in merito alla candidatura a segretario generale, contenuta nella relazione. Prende atto che su questo percorso si sono legittimamente manifestate differenti posizioni. E’ importante che il documento ‘Il lavoro è’ presentato dalla maggioranza del gruppo dirigente venga fatto vivere nella fase congressuale in atto, anche alla luce del contesto politico e sociale attuale”.

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“Lo stesso confronto sui futuri assetti dell’organizzazione, a partire dall’elezione del segretario generale – conclude – deve svolgersi nel pieno rispetto del pluralismo di idee e delle regole che definiscono modalità e procedure negli organismi preposti, eletti al prossimo congresso nazionale. Il congresso, momento fondamentale dell’organizzazione, deve concludersi confermando il carattere libero, partecipato e civile di confronto fin qui determinatosi, nel rispetto del voto largamente maggioritario delle iscritte e degli iscritti ai contenuti del documento ‘Il lavoro è’. In questo contesto, ci sono tempi e condizioni per rafforzare l’unità della Cgil, per salvaguardarne e valorizzarne il ruolo come punto di riferimento del mondo del lavoro e nella società”.

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