Chiuse candidature, tre in corsa e Lotito rinuncia

Chiuse candidature, tre in corsa e Lotito rinuncia
Il presidente della Lazio, Claudio Lotito
15 gennaio 2018

Mancano quindici giorni al voto della Figc per uscire dalla crisi del dopo Svezia e del dopo Tavecchio: i candidati ci sono, ma la soluzione e’ tutta da trovare. A depositare programmi e candidature tra sabato e domenica sono stati il n.1 dell’Assocalciatori, Damiano Tommasi, e i presidenti della Lega nazionale dilettanti e della Lega Pro, Cosimo Sibilia e Gabriele Gravina. Gli uffici di via Allegri erano stati preallertati di un arrivo in extremis (le 24 di oggi) anche da Claudio Lotito, ma il presidente della Lazio ha rinunciato. Era dato forte di un appoggio della Lega di A e anche della Lega di B, ma in tarda serata ha annunciato all’Ansa di non volersi piu’ presentare pur avendo “numeri importanti”. Una motivazione l’avrebbe confessata ad amici a cena: “Mi ero convinto a scendere in campo, ma ci sarebbero state troppe conseguenze per la mia societa’. E io questo non lo voglio”. Lo scenario, probabilmente destinato a cambiare, e’ comunque complicato e conferma l’estrema frammentarieta’ del sistema nonostante i numerosi appelli all’unita’ delle ultime settimane e la precarieta’ di progetti e programmi di rinnovamento che rischiano di rimanere sulla carta se non supportati da una reale volonta’ comune.

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La scadenza odierna non e’ dunque un punto d’arrivo ma una linea di partenza, il cui approdo e’ probabilmente ignoto a tutti in una situazione molto fluida. Difficile che si arrivi al 29 con piu’ di due nomi sul tappeto, sarebbe la probabile anticamera di un commissariamento che alcuni vedrebbero forse come il male minore. Il contender piu’ accreditato e’ Sibilia, forte del 34% dei voti garantitogli dalla sua componente, i dilettanti, che dopo l’esperienza con Carlo Tavecchio gradiscono ribadire il loro peso nel sistema. “Il calcio di base e quello di vertice potrebbero ricostruire l’asse storico che c’e’ sempre stato”, e’ il mantra del deputato di Forza Italia, e non c’e’ chi non veda che il suo probabile alleato sia Claudio Lotito. La frenetica opera del presidente della Lazio delle ultime ore, secondo molti, avrebbe come scopo esattamente di rapportarsi con Sibilia come interlocutore forte, per una vicepresidenza e un riconoscimento alle Leghe. Lotito si era detto certo di undici club in A, secondo altri pero’ a pomeriggio inoltrato si era arrivati solo a nove (Crotone, Atalanta, Genoa, Samp, Napoli, Lazio, Verona, Chievo e Milan). La Lega di via Rosellini pesa per il 12% al voto, quella di B – dove come patron Salerntina Lotito vanta altri consensi – il 5%: in tutte e due gli ambiti c’e’ una corrente almeno altrettanto forte pronta a sbarrargli il passo, ed e’ chiaro che il peso elettorale puo’ essere comunque diverso da quello piu’ ottimistico di queste ore.

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E’ bravo a fare l’imprenditore e il presidente della sua squadra ma servono persone diverse per gestire il bene comune”, ha ribadito ancora oggi di Lotito il presidente del Torino, Urbano Cairo. Ma l’impegno di Lotito, comunque sia, scompagina anche i piani degli oppositori di Sibilia. Sull’altro fronte ci sono Tommasi (20% dei voti disponibili) e Gravina (17%). Il presidente dell’Aic dovrebbe avere il sostegno dell’Assoallenatori (10%). Renzo Ulivieri si e’ detto poco propenso a votare uno dei vice di Tavecchio ma come condizione per il voto ai calciatori ha posto un ampio consenso su Tommasi: insomma, i voti degli allenatori non sono blindati. Se davvero Lotito trattera’ con Sibilia, al presidente Aic sara’ esclusa quella via e l’unico percorso e’ un accordo con la Lega Pro: al di la’ dei voti personali, i club di serie C non sono pronti a votarlo compatti neanche se si ritirasse il loro candidato, Gravina. “Tommasi e’ una brava persona, ma non credo lo voterei”, ha ufficializzato ancora Cairo, dando voce alla pregiudiziale del calcio italiano. Ancora in alto mare nella soluzione della crisi Mondiale.

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