Chiuso caso Berlusconi senza pronunciare sentenza

27 novembre 2018

La Corte europea per i diritti dell’Uomo di Strasburgo ha chiuso, senza pronunciare sentenza il caso sollevato da Silvio Berlusconi sull’applicazione della legge Severino. L’ex presidente del Consiglio, gia’ riabilitato in Italia e candidabile, aveva presentato una rinuncia al ricorso a luglio.

La Corte dunque ha oggi accettato di cancellare dal ruolo il ricorso presentato da Berlusconi, assistito davanti alla Corte dai legali Andrea Saccucci, Bruno Nascimbene, Edward Fitzgerald, Steven Powles. La rinuncia al ricorso e’ stata presentata il 27 luglio scorso dopo che l’ex presidente del Consiglio ha ottenuto dal tribunale di Sorveglianza di Milano il provvedimento di riabilitazione a tre anni dall’espiazione della pena per frode fiscale, scontata in affidamento ai servizi sociali.

Leggi anche:
L'impegnativo maggio russo, quando Putin succederà a Putin: nuovo mandato e vecchie preoccupazioni

“Una condanna dell’Italia avrebbe comportato ulteriori tensioni nella gia’ piu’ che complessa vita del paese, circostanza che il Presidente Berlusconi ha inteso assolutamente evitare”. Cosi’ il collegio di difesa – formato da prof. Franco Coppi, prof. Bruno Nascimbene, prof. Andrea Sacucci e dall’avv. Niccolo’ Ghedini – concludono la dichiarazione a commento della decisione della Corte di Strasburgo sui diritti dell’uomo di non emettere sentenza sulla incandidabilita’ dell’ex premier, un caso che su “non vi era piu’ alcun interesse” di ottenere sentenza.

“Il Presidente Berlusconi a seguito di una ingiusta sentenza di condanna – ricordano i difensori – era stato privato, con indebita applicazione retroattiva dalla cosiddetta legge Severino, dei suoi diritti politici con conseguente decadenza dal Senato. Nell’aprile di quest’anno l’intervenuta riabilitazione ha anticipatamente cancellato gli effetti della predetta legge”. “La Corte EDU – proseguono – a distanza di quasi 5 anni dalla proposizione del ricorso, a quella data, non aveva ancora provveduto. Ovviamente, cosi’ come riconosciuto quest’oggi dalla stessa Corte, non vi era piu’ necessita’ di proseguire nel ricorso essendo ritornato il Presidente Berlusconi nella pienezza dei propri diritti politici.

Leggi anche:
25 aprile 1974: 50 anni fa il Portogallo rovesciava il fascismo

Per i legali “Non vi era dunque piu’ alcun interesse dopo oltre 5 anni di ottenere una decisione che riteniamo sarebbe stata favorevole alle ragioni del Presidente Berlusconi ma che non avrebbe avuto alcun effetto concreto o utile, essendo addirittura gia’ terminata la passata legislatura”.

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti