Chiusura a Gela? “Recrudescenza criminale”

17 luglio 2014

“Il territorio di Gela e i comuni limitrofi non potrebbero sostenere le ricadute sociali di un eventuale delocalizzazione del sito di raffinazione, che determinerebbe il rischio concreto di un pericoloso ritorno della recrudescenza criminale”. E’ questo l’allarme lanciato dal Presidente nazionale dell’Udc Gianpiero D’Alia attraverso un’interrogazione urgente ai ministri dello sviluppo economico e dell’economia sulla situazione del Petrolchimico di Gela.

“Ai cittadini di Gela – si legge nell’interrogazione dell’ex ministro della pubblica amministrazione – che hanno scommesso in questi anni sul riscatto di quella terra, puntando sull’affermazione della legalità come presupposto di un modello di sviluppo,  una tale evenienza farebbe passare l’insidioso sospetto che a garantire i presidi della legalità e dello sviluppo in Sicilia, debbano essere soltanto i sacrifici unilaterali a carico dei cittadini”.

“E’ in gioco – ha spiegato D’Alia – la tenuta sociale ed economica della città di Gela e del suo comprensorio, la chiusura del Petrolchimico infatti rappresenterebbe  un tradimento per l’intera comunità siciliana che ha dato molto di più di quanto abbia ricevuto. Chiedo perciò ai ministri Guidi e Padoan di sollecitare l’Eni affinché dia seguito a quanto  sottoscritto nell’ultimo accordo del 2013 ma soprattutto di conoscere il Piano industriale in Sicilia e in Italia per poter cercare, nella peggiore delle ipotesi, valide alternative all’Eni”.

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