Chiusura dei porti ai migranti: Fattori-DeFalco-Nugnes, adire Corte europea

Chiusura dei porti ai migranti: Fattori-DeFalco-Nugnes, adire Corte europea
Paola Nugnes, Gregorio De Falco, Elena Fattori
20 gennaio 2019

Sulla chiusura dei porti c’e’ il rischio che possa essere adita la Corte europea. E’ quanto prefigurano i senatori Elena Fattori, Paola Nugnes e Gregorio De Falco in un’interrogazione depositata nei giorni scorsi ai ministri Salvini e Toninelli per chiedere conto dell’esistenza o meno di provvedimenti sulla chiusura dei porti: se, dicono, “non esistessero, come si ritiene, o non fossero stati resi pubblici, si configurerebbe la possibilita’ di una lesione ai diritti umani e dunque la possibilita’ di agire anche presso Corti Ue”.

“Il Ministro dell’interno, in questi ultimi mesi, relativamente a navi che avevano effettuato salvataggi in mare, ha affermato che i porti italiani sarebbero stati e sono chiusi” ricordano i senatori nell’atto parlamentare ricordando che “in nessun Paese del mondo e’ possibile chiudere i porti in modo generalizzato, mentre in Italia e’ lecito vietare l’accesso di una nave o di una tipologia di navi in un tratto di mare territoriale, per ragioni specifiche, con provvedimento adottato dal Ministro delle infrastrutture”.

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“Acclarato che nonostante non sussista alcun potere, nemmeno d’indirizzo, ne’ un dovere di consultazione, verso il Ministro dell’Interno, quest’ultimo ha piu’ volte sostenuto il contrario, ovvero che sia stato adottato un provvedimento di chiusura dei porti” gli interroganti chiedono di sapere, tra le varie cose, “quali siano i provvedimenti che i Ministri in indirizzo avrebbero emanato con i quali sia stata determinata la chiusura dei porti, e se intendano renderli pubblici, in modo da poterne conoscere e valutare le motivazioni” e “se non convengano che, qualora siffatti provvedimenti non esistessero, come si ritiene, o non fossero stati resi pubblici, si configurerebbe la possibilita’ di una lesione ai diritti umani e dunque la possibilita’ di agire per la loro tutela, anche presso le Corti europee”.

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