Chiusura opg, l’allarme delle Regioni. “No a scorciatoie per rispettare norma”

Chiusura opg, l’allarme delle Regioni. “No a scorciatoie per rispettare norma”
27 gennaio 2015

di Maurizio Balistreri

“Mentre si avvicina sempre piu’ la data per la chiusura definitiva degli attuali ospedali psichiatrici giudiziari (opg) – 31 marzo 2015 – nonostante l’ottimismo esternato dal sottosegretario De Filippo sulla concreta possibilita’ di rispettarla, i segnali che giungono dalle Regioni destano allarme e giustificate preoccupazioni”. Lo afferma la Societa’ italiana di Psichiatria democratica. “Appare evidente- prosegue l’associazione- che il programma di ridimensionamento delle Rems (Residenze per l’esecuzione della misura di sicurezza sanitaria), sta scontando dei ritardi nella sua attuazione e le Regioni cominciano ad avanzare dubbi sulla possibilita’ di attivare le nuove soluzioni residenziali, per quanto ‘provvisorie’, entro i termini di legge (si veda la denuncia di Psichiatria democratica per quanto riguarda la Toscana, ma anche il Veneto sembra essere in ritardo, e in Emilia Romagna l’attivazione delle Rems provvisorie sembra incontrare difficolta’, specie con i familiari dei pazienti che dovrebbero lasciare il posto agli ex internati)”.

Secondo la societa’ italiana fondata da Franco Basaglia “non mancano inoltre segnali diversamente allarmanti e assai gravi, come la decisione della Sicilia di attivare la Rems nell’area del vecchio opg di Barcellona Pozzo di Gotto: e’ evidente che una simile soluzione va respinta con forza non rispondendo certamente allo spirito della legge 81, non realizzando una reale territorializzazione ma una continuazione, sotto altro nome, del vecchio internamento (stesso luogo, stessi reparti per quanto ammodernati) come pure non e’ accettabile la soluzione adottata in Lombardia che prevede piu’ moduli accorpati, anche qui, nell’opg di Castiglione delle Stiviere”.

Psichiatria democratica ritiene che “si debbano rifiutare queste scorciatoie per un formalistico rispetto del termine di chiusura e ribadisce che solamente l’attuazione di veri programmi individualizzati di presa in carico territoriale degli attuali internati dichiarati dimissibili (la grande maggioranza dei presenti secondo le stesse stime ministeriali) possono conseguire l’obbiettivo della legge. Solo in questo modo, insieme a un atteggiamento proattivo dei servizi e della magistratura di sorveglianza per prevenire i nuovi invii in misura di sicurezza detentiva, si ridurra’ il numero di posti letto nelle Rems facilitandone la realizzazione e, se ancora il termine per la chiusura non dovesse essere rispettato si ricorra- conclude- come prevede la legge, al commissariamento delle Regioni inadempienti”.

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