Tutte le moschee cinesi dovranno issare la bandiera nazionale cinese e studiare i valori fondamentali del socialismo e la costituzione cinese per rafforzare lo “il concetto di nazione” e “lo spirito patriottico”. Sono i contenuti di una lettera pubblicata dalla China Islamic Association sul proprio sito web e rivolta ai gruppi islamici e alle moschee del Paese, di cui riferisce il tabloid Global Times, uno dei piu’ popolari giornali cinesi, pubblicato dal Quotidiano del Popolo, il massimo giornale cinese. L’iniziativa ha lo scopo di “sinizzare la religione integrando le dottrine religiose nella cultura cinese” ha spiegato uno studioso delle etnie cinesi, Xiong Kunxin, al tabloid di Pechino. Alcune moschee nella provincia interna del Ningxia, dove vive la minoranza musulmana Hui, hanno cominciato venerdi’ scorso a mettere in atto quella che viene definita dal Global Times come una “iniziativa”, issando le bandiere nelle moschee.
Nella lettera viene incoraggiato anche lo studio della legge “in modo che i musulmani possano condurre le attivita’ religiose nel rispetto della legge e comprendere correttamente la sua relazione con la dottrina religiosa”. La lettera della China Islamic Association arriva in un momento di critica alla Cina per le politiche attuate nei confronti dei musulmani, e in particolare dell’etnia ughura, che vive nella regione autonoma nord-occidentale dello Xinjiang: settimana scorsa erano emersi dettagli sui campi di rieducazione dei musulmani, non solo di nazionalita’ cinese, istituiti nella regione al confine con l’Asia centrale. I detenuti, secondo quanto rivelato ai media stranieri da alcuni fuoriusciti, sono obbligati a mangiare carne di maiale e a bere alcolici, contro i loro principi religiosi, e vengono sottoposti a fortissime pressioni psicologiche.
