Cina stizzita dopo rapporto Usa, finito effetto Trump a Pechino?

Cina stizzita dopo rapporto Usa, finito effetto Trump a Pechino?
17 novembre 2017

Potrebbe essere già ampiamente archiviato il clima positivo tra Stati uniti e Cina suscitato dalla visita a Pechino del presidente americano Donald Trump. Il Global Times, una delle voci ufficiali del Partito comunista cinese, ha reagito in maniera stizzita alla pubblicazione del rapporto 2017 della Commissione sulla revisione delle relazioni economiche e di sicurezza Usa-Cina. Si tratta di un documento che ogni anno manda di traverso il té ai dirigenti cinesi. “Dal punto di vista della Cina, quella commissione è una delle più ostili organizzazioni Usa. E’ stata costituita prima che la Cina entrasse nel WTO nel 2001 per monitorare il possibile impatto sul commercio Usa-Cina e sulla sicurezza nazionale Usa”, scrive il Global Times. “Dall’inizio – continua – la commissione è contro gli scambi Cina-Usa e coloro che preparano il suo rapporto hanno pregiudizi fissi contro la Cina”. Nel rapporto – evidenzia l’articolo del Global Times – si propone che gli Usa invitino Taiwan a partecipare in esercitazioni militari (ovviamente in chiave anti-cinese), a mettere sotto la lente d’ingrandimento gli investimenti cinesi nei settori strategici Usa e a inserire i rappresentanti dei media cinesi presenti in America come “agenti stranieri”.

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“Questi rapporti anti-Cina sembrano destinati solo a generare un’immagine negativa della Cina e solitamente creano un pregiudizio tra i membri del Congresso e il pubblico americano”, accusa il Global Times. In particolare, il giornale sostiene che lo stesso Trump, pur avendo centrato importanti obiettivi nel suo viaggio a Pechino, rischia di non poterli perseguire perché ingabbiato dalla necessità di non dare l’idea di essersi inchinato alla Cina. In ogni caso, il Global Times si augura che questo rapporto non arrivi a deteriorare le relazioni sino-americane, ma chiede che ci sia una risposta. “Dopo la diffusione del rapporto ci saranno udienze e polemiche tra differenti gruppi d’interesse, che servono solo a consumare tempo, energie e risorse americani”, scrive il giornale. “Dato il bisogno reale di accordo con l’Occidente, la Cina incoraggerà la diplomazia pubblica ad aprire una nuova strada. Di fonte a provocatori come la Commissione sulla revisione dei rapporti economici e di sicurezza Usa-Cina, il miglior modo di reagire è rispondere sul punto”.

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