Se il cinema è sessista: nei film parlano sempre gli uomini

8 agosto 2017

Il successo di “Wonder woman” quest’estate non deve ingannare: Hollywood non è un posto per donne. Un’eccezione come il film con protagonista Gal Gadot nei panni della supereroina non è segno di una maggiore, e migliore, rappresentazione delle donne nel resto dei film. Lo certifica un nuovo studio di una università californiana (University of Southern California’s Viterbi School of Engineering), riportato dal New York Times. Nei film imperversano i maschi, bianchi: sono sempre in maggioranza rispetto alle donne o alle minoranze. E quando queste ultime due categorie compaiono solitamente hanno un ruolo meno importante per la trama e sono rappresentate tramite stereotipi.

Lo studio è basato sulle sceneggiature di 1.000 film e sull’analisi di 7.000 personaggi. E ha dimostrato che
non solo gli uomini compaiono molto più spesso, ma parlano anche molto di più: nel campione analizzato 15 mila dialoghi coinvolgevano una donna, 37 mila, più del doppio, un uomo. E in ogni caso i personaggi femminili useranno un linguaggio emotivo, gli uomini obiettivo e pratico. E se un personaggio donna ad un certo punto del film non compare più? Nessun problema, la maggior parte delle volte la trama prosegue senza troppi scossoni, tranne in un caso: i film horror, dove le donne sono spesso le vittime dell’assassino, ovviamente maschio.

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