Cinquestelle prendono le distanze da Salvini: “rispetto” delle decisioni del capo dello Stato

Cinquestelle prendono le distanze da Salvini: “rispetto” delle decisioni del capo dello Stato
Luigi Di Maio
13 luglio 2018

Matteo Salvini nega lo scontro con Sergio Mattarella e si dice “disponibile” a fornire “informazioni” al presidente della Repubblica se necessario. Luigi Di Maio fa sponda con il Colle chiedendo “rispetto” delle decisioni del capo dello Stato. Il Pd e Leu chiedono le immediate “dimissioni” del ministro dell’Interno, il quale finisce nel mirino anche dell’Associazione nazionale magistrati che lamenta gli interventi a gamba tesa del leghista sul lavoro dei pm. All’indomani dello sbarco, notturno, dei 67 migranti nel porto di Trapani e’ ancora il caso della nave Diciotti a dominare il dibattito politico.

La situazione ingarbugliata che si era verificata ha spinto ieri il capo dello Stato a fare una telefonata, che nelle intenzioni del Quirinale voleva rimanere riservata, al presidente del Consiglio. Mattarella e’ stato mosso in parte dalla vicenda umanitaria, ma soprattutto, per il suo ruolo costituzionale. Era colpito da una situazione in cui si stava verificando uno scontro tra corpi dello Stato, con una ricaduta di confusione su compiti e ruoli di capitaneria di porto, procura e forze dell’ordine; con una nave militare bloccata in un porto italiano e il rischio di un potere esecutivo che debordasse su alcune competenze strettamente riservate al potere giudiziario. Insomma, il capo dello Stato ha voluto vederci chiaro e ha cosi’ telefonato al premier che lo ha ragguagliato sui passi che erano stati compiuti e su quelli che voleva compiere.

Al Colle, dunque, si minimizza la portata di quanto successo ieri e le polemiche peraltro gia’ derubricate dai diretti interessati. In un momento delicato, anche di sconcerto nell’opinione pubblica per una nave che vagava senza approdo, l’intento del presidente della Repubblica e’ stato quello di informarsi per sapere come si sarebbe proceduto nel rispetto delle regole e delle competenze. Polemiche che sembra minimizzare anche chi le ha sollevate. Intervenendo in radio, stamane, Salvini ha negato lo scontro con Mattarella, malgrado ieri, dopo la telefonata del capo dello Stato a Conte, avesse lui stesso dato semaforo verde al suo capo ufficio stampa al Viminale di far filtrare lo “stupore per l’intervento di Mattarella” e il “rammarico” per i mancati fermi per i due migranti sospettati di aver provocato disordini sulla Diciotti.

“Non mi sto scontrando con nessuno”, ha scandito oggi il segretario leghista. Il presidente della Repubblica “non si e’ mai intromesso in quello che io ho fatto come ministro dell’Interno”, si e’ corretto. “Io non ho niente da chiarire; se comunque Mattarella vuole capire cosa ho fatto, io sono a disposizione, ma la lotta ai clandestini e’ una delle priorita’ del Paese. L’unica cosa che mi farebbe arrabbiare e’ che tutti gli sbarcati della Diciotti finissero a piede libero, qualcuno deve pagare, ci deve esser certezza della pena. Mi auguro la procura faccia in fretta, non puo’ finire a tarallucci e vino: andro’ fino in fondo”. Un sostegno convinto a Mattarella e’ arrivato da Di Maio. “Io credo che se il presidente e’ intervenuto bisogna rispettare le sue decisioni”, ha detto il ministro del Lavoro. Se Salvini abbia “esagerato o meno, non me ne frega niente … La cosa importante e’ che con l’intervento del presidente Mattarella si e’ sbloccata la situazione”.

Sulle richieste di Salvini alla Procura di Trapani e’ insorta contro il leghista stamane l’Anm, come gia’ avvenuto nei giorni scrosi in seguito alle accuse di sentenza politica mosse dal capo del Carroccio dopo le motivazioni della Cassazione sul sequestro dei fondi del suo partito. “Il lavoro dei magistrati della Procura di Trapani venga lasciato proseguire senza interferenze”, ha chiesto il presidente Francesco Minisci, che ha definito ogni richiesta di intervento “ingiustificata e non in linea con i principi di autonomia e indipendenza fissati dalla Costituzione, cui tutti devono attenersi”. “La Costituzione della Repubblica riserva le decisioni sulla liberta’ personale all’Autorita’ giudiziaria, anche per convalida degli arresti. Escludo che un ministro possa dare ordini alla magistratura”, ha affermato, dal canto suo, Piercamillo Davigo, ex presidente dell’Anm e primo degli eletti dei nuovi consiglieri del Csm. Immediate dimissioni per un ministro ritenuto “incapace” sono state chieste dal segretario del Pd Maurizio martina. Mentre ‘Possibile’ con Giuseppe Civati ha riferito di aver raccolto migliaia di firme a sostegno di una mozione di sfiducia contro Salvini.

Leggi anche:
Europee, Calenda: difficile fare lista con Cuffaro Mastella e Cesaro

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti