Circoli Pd, vince Zingaretti. Renziani, noi maggioranza

Circoli Pd, vince Zingaretti. Renziani, noi maggioranza
Nicola Zingaretti (s) e Maurizio Martina
29 gennaio 2019

Slitta ancora la diffusione dei dati ufficiali dei congressi di circolo del Partito Democratico: al Nazareno, dove i commissari sono riuniti, si procede a rilento per la grande quantita’ di ricorsi arrivati. Cosi’, all’ennesima sospensione dei lavori, intorno alle 19, un commissario fa sapere che – con ogni probabilita’ – i dati arriveranno domani. Tra le mozioni in campo e’ guerra di cifre, anche se la vittoria di Nicola Zingaretti in questa prima fase del congresso nazionale sembra scontata. Per la mozione Martina, Zingaretti e’ al 47,2%, Martina al 36,5%, Giachetti al 12,8% nei circoli dem quando a votare sono stati 175 mila iscritti. Il governatore del Lazio, si sottolinea dagli stessi ambienti, resta dunque al di sotto della maggioranza, mentre gli altri due candidati, insieme, sono vicini al 50% dei voti.

Piu’ netto il vantaggio di Zingaretti stando ai numeri circolati in mattinata e relativi ai dati comunicati dalle federazioni regionali: Nicola Zingaretti avrebbe due punti percentuali in piu’, attestandosi al 49,1% con 81.648 preferenze su un totale di 166.447 voti; Maurizio Martina al 35,1% con 58.345 preferenze; Roberto Giachetti all’11,3% con 18.847 preferenze. Staccati gli altri tre candidati: Francesco Boccia si ferma al 3% con 5.021 preferenze, Dario Corallo al 0,8% con 1.271 preferenze e Maria Saladino allo 0,8% con 1.315 voti. “Sono molto contento del risultato ottenuto sulla mia proposta politica, ben oltre ogni piu’ ottimistica aspettativa, e soprattutto dal sostegno e dalla mobilitazione registrati in tutte le regioni d’Italia”, dice Zingaretti. Una soddisfazione condivisa con i parlamentari a lui vicini che parlano di risultato positivo e non scontato. Prima dell’inizio del voto dei congressi, nella mozione Zingaretti si partiva dall’assunto che il voto degli iscritti avrebbe premiato l’ex segretario e gia’ numero due di Matteo Renzi al Nazareno, Maurizio Martina.

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Questo, veniva spiegato, in virtu’ del radicamento del gruppo dirigente renziano, eredita’ di cinque anni di dominio nel partito. Ma non e’ l’unico elemento che fa tirare un sospiro di sollievo: tra i sostenitori del governatore del Lazio c’e’ la convinzione che la controparte renziana abbia fatto di tutto per “sporcare” la vittoria di Nicola Zingaretti, in primo luogo cercando di frammentare la partita del congresso, presentando due candidati “sovrapponibili” ed entrambi “riconducibili a Matteo Renzi”. Una tesi che sembra trovare conferma in quanto si dice nei capannelli di Palazzo Madama: se si sommano i voti di Martina e Giachetti, sottolinea un senatore “emerge che l’area renziana e riformista e’ ancora in maggioranza nel Pd”. Ma l’analisi del voto – seppur parziale e in attesa dell’imprimatur della Commissione Congresso – si spinge ai risultati nei singoli circoli, alla ricerca di indizi che raccontino il ‘mood’ di questo congresso e i suoi rapporti di forza.

Ad esempio, i parlamentari vicini a Zingaretti sottolineano il dato di Salerno e Palermo, dove Martina ha vinto bene grazie alle “carriolate di voti” portate da Vincenzo De Luca e Davide Faraone. Mentre tra i sostenitori del governatore del Lazio si evidenzia come i circa 80.000 voti incassati Zingaretti li abbia raccolti soprattutto nel “suo” Lazio e aggiungo che tolto il dato della regione si arriva ad avere lo stesso risultato ottenuto da Andrea Orlando nel 2017. Obiezioni di fronte le quali un esponente del Pd vicino a Zingaretti sorride: “Non credo che Nicola si preoccupi di questo. Tutt’altro: l’importante e’ portare a votare quanta piu’ gente possibile e, se la vittoria si da per scontata, si rischia che tanti iscritti e simpatizzanti rimangano a casa il 3 marzo”. Ipotesi che Zingaretti conferma indirettamente: “Ha ragione Martina: comunque la partita e’ aperta. Per cambiare completamente questo partito il 3 marzo tutti a votare alle primarie”, dice ancora il governatore.

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