Clima sereno fra Mattarella e Grillo. M5S: non firmare Italicum

Clima sereno fra Mattarella e Grillo. M5S: non firmare Italicum
26 febbraio 2015

di Giuseppe Novelli

“Tutto bene”: sono le uniche parole che il leader del Movimento 5 stelle Beppe Grillo ha concesso alle telecamere del Tg1 a proposito dell’atteso incontro con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Accompagnato dal cofondatore Gianroberto Casaleggio e dalla giovanissima attivista siciliana Maria Teresa Furia, il comico genovese ha consegnato al capo dello Stato un documento. In un clima definito “cordiale e costruttivo” sul blog di Grillo e “sereno e reciprocamente rispettoso” dagli ambienti del Quirinale, i 5 stelle hanno chiesto a Mattarella di garantire la “salvaguardia, formale e sostanziale, della forma di governo parlamentare”, e di “arginare la prevaricazione governativa nel procedimento legislativo” (Renzi ha varato 28 decreti legge e posto 34 questioni di fiducia). Grillo e Casaleggio hanno ricordato a Mattarella un suo discorso del 1983 in difesa del bicameralismo, sottolineando in ogni caso l’inopportunità di una riforma costituzionale varata da un Parlamento la cui composizione è segnata dalla “illegittimità costituzionale” sancita dalla Consulta bocciando il Porcellum.

DI MAIO Al presidente, il M5S ha chiesto soprattutto di “valutare la promulgazione” della riforma elettorale, il cosiddetto Italicum “al di là dei profili di incostituzionalità” anche perché “disciplina l’elezione soltanto di una Camera, a Costituzione vigente”; ma anche un maggiore interventismo sul Parlamento, attraverso il “potenziamento del rinvio presidenziale delle leggi”. Tra gli altri argomenti toccati, la richiesta di una “accelerazione” della riforma Rai, tema caro al M5S che con Roberto Fico, uno dei fedelissimi di Grillo, presiede la commissione di Vigilanza. Richiesta interpretata come “un’apertura” da alcuni esponenti della maggioranza renziana. Bocche cucite fra i 5 stelle sulle reazioni di Mattarella alle richieste del principale gruppo parlamentare di opposizione: “Si sa, il presidente prende appunti…”, scherza il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, assente all’incontro dopo un primo annuncio secondo il quale avrebbe fatto parte della delegazione. Ufficialmente, il suo nome ha fatto da schermo per alcuni giorni alla giovane attivista che ha accompagnato i leader, anche se a Montecitorio c’è chi parla di malumori per il suo inserimento, in un primo tempo, in una delegazione dalla quale sono stati esclusi i capigruppo parlamentari.

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SIBILIA “Noi – dice cauto Carlo Sibilia, altro componente del direttorio M5S – speriamo che possa influire un po’ sulle riforme costituzionali. Finora non c’è stata proprio discussione”. L’obiettivo dei seguaci di Grillo è “costruire un buon rapporto” con il nuovo capo dello Stato: “Ma poi – aggiunge – vedremo cosa farà, è presto per giudicare”. Come hanno scritto Grillo e Casaleggio sul blog, dopo l’incontro di oggi: “Da parte del M5S, si spera che in futuro ve ne siano altri”. Ma cosa potrebbe accadere se Mattarella dovesse deludere le attese del movimento, che affida ormai più a lui che alle proteste di piazza o all’ostruzionismo le residue speranze di arginare lo strapotere parlamentare di Governo e maggioranza? Per averne un’idea basta rileggere un Grillo di due settimane fa, sul blog, a proposito del “silenzio di Mattarella di fronte allo scempio della Costituzione fatto da Renzie”, un silenzio “inquietante, forse peggio dei moniti di Napolitano”.

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