Cnr, nelle rocce marziane possibili tracce di microbi

Cnr, nelle rocce marziane possibili tracce di microbi
13 gennaio 2017

Possibili tracce di microbi nelle rocce marziane. E’ quanto emerge da uno studio dell`Istituto per i sistemi agricoli e forestali del Mediterraneo del Consiglio nazionale delle ricerche di Cosenza (Isafom-Cnr) pubblicato sull’International Journal of Astrobiology, dove vengono evidenziate affinità strutturali tra le microbialiti terrestri – rocce di origine batterica – e i sedimenti marziani non solo sul piano microscopico, ma anche macroscopico e mesoscopico. A condurre uno studio sistematico delle fotografie delle rocce marziane scattate dai rover Opportunity, Spirit e Curiosity, sono stati Nicola Cantasano e Vincenzo Rizzo (Isafom-Cnr), rilevando analogie non solo come detto con le strutture delle microbialiti terrestri (rocce costruite dai batteri) alle diverse scale dimensionali (microscopiche, ma soprattutto meso e macroscopiche, aventi carattere discriminante), così come nelle tracce attribuibili alla produzione batterica di gas e di gelatine adesive altamente plastiche.

“Attestato già nel 2009 che le lamine sub-millimetriche dei sedimenti marziani e le cosiddette Blueberry (sferule ematitiche di dimensioni millimetriche) non erano omogee, ma costituite da aggregazioni strutturali di grumi e microsferule più piccole (da 1/10 a 3/10 di millimetro), i primi studi si erano concentrati sulla morfologia delle singole microstrutture, individuando altre interessanti aggregazioni, quali polisferule, filamenti e filamenti intrecciati di microsferule – evidenzia Cantasano -. L`attenzione si è poi spostata sulla dislocazione di tali microstrutture sul piano di osservazione: la tessitura delle immagini è infatti una sorta di marker genetico che dipende dall`ambiente di sedimentazione e dalla attività batterica. Tale analisi, eseguita su un gruppo di circa 40 coppie di immagini sia dei rover che di microbialiti museali, ha evidenziato l`esistenza di interessanti trame a filamenti intrecciati, con forti parallelismi morfologici alla stessa scala”.

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Tali parallelismi microtessiturali sono stati oggetto in questi anni di altri studi: “L`Università di Siena ha avviato un`analisi matematica frattale multiparametrica delle coppie di immagini, i cui risultati confermarono che esse sono identiche. Un ulteriore studio morfologico del Laboratorio de Investigaciones Microbiológicas de Lagunas Andinas-LIMLA su campioni di microbialiti viventi provenienti dal deserto di Atacama (Cile) ha permesso di evidenziare grazie alla pigmentazione organica che tali microstrutture e microtessiture esistono e sono un prodotto dell`attività batterica – prosegue Rizzo -. Tuttavia, poiché le strutture a scala meso e macroscopica sono considerate discriminanti per il riconoscimento di tali rocce, nello studio attuale l`analisi microscopica è stata integrata da osservazioni sistematiche a scala maggiore. La quantità, la varietà e la specificità dei dati raccolti accreditano per la prima volta, in modo consistente, che le analogie non possono essere considerate semplici coincidenze”.

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