Colle: non abbiamo il “Dl Sicurezza bis”. Salvini contesta in tv: lo hanno

Colle: non abbiamo il “Dl Sicurezza bis”. Salvini contesta in tv: lo hanno
Matteo Salvini da Bruno Vespa a Porta e Porta
22 maggio 2019

Il decreto sicurezza bis continua ad essere tema di scontro nel mondo politico e istituzionale. Dopo la colazione di lavoro oggi al Quirinale tra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il premier Giuseppe Conte fonti del Colle fanno sapere che non è stato portato dal premier alcun testo del decreto (neanche quello sugli aiuti alle famiglie) ufficialmente in visione al capo dello Stato. Immediata la replica, a Porta a Porta, del ministro degli Interni Matteo Salvini che ha sostenuto – mostrando platealmente ai telespettatori il testo del provvedimento – come Mattarella “abbia il decreto”.

È evidente che gli uffici legislativi del Colle, come da prassi soprattutto nei decreti, abbiano dei testi da visionare ma – come altrettanta consuetudine vuole – la Presidenza della Repubblica non si pronuncia prima della formalizzazione dei provvedimenti. Una forzatura quindi quella di Salvini, al limite dello scontro istituzionale, che con la sua contestazione di fatto al Quirinale vuole presentarsi alle elezioni di domenica come il ministro del fare, al quale è stato impedito di portare a casa un provvedimento nel nome degli italiani. È un fatto ancora evidente – segnale ulteriore di una forte divisione all’interno del governo – come il presidente del Consiglio, dopo aver parlato con Mattarella, abbia deciso di rinviare a dopo le elezioni europee quel Consiglio dei ministri che avrebbe dovuto rapidamente approvare, come era nelle intenzioni di Salvini, il dl sicurezza bis.

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L’incontro di oggi tra Mattarella e Conte è stato improntato alla cordialità, viene riferito, e non ha avuto come oggetto una discussione tecnica su un provvedimento (oltre al dl sicurezza si è parlato anche del dl sugli aiuti alle famiglie, sostenutio da M5S) non varato formalmente dal governo. Certo, politicamente si è discusso dei decreti in questione ma nessuna decisione è stata presa. I temi affrontati dai due provvedimenti riguardano materie delicate (la sicurezza e la libertà dei cittadini e il sostegno alle famiglie, con particolare attenzione ai figli) ed è noto che esistano interlocuzioni tra gli uffici legislativi e giuridici di Chigi e del Colle. Materie delicate anche perché sono da tempo oggetto di scontro politico e, come emerso nei giorni scorsi, sembrano (i provvedimenti proposti) avere provocato perplessità in Mattarella.

Il presidente del Consiglio Conte ha infatti spiegato che “è prassi consolidata che vi sia una interlocuzione con gli uffici del Quirinale quando sono in elaborazione dei decreti legge”, anche perché “l’emanazione spetta a Mattarella”. Ma “per come è stata rappresentata questa interlocuzione – ha spiegato Conte – ci sono delle incongruenze: non si può attribuire” al Colle “una censura preventiva o intenti di sindacato politico, questo significa fargli un torto di grammatica istituzionale ma anche di fatto perché non ha svolto né intendeva svolgere questo ruolo”.
Insomma una precisazione che sembra mettere un punto fermo, anche polemico se vogliamo nei confronti dell’interventismo, della fretta della Lega sul provvedimento sulla sicurezza, con il rinvio del suo esame in Consiglio dei ministri.

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Stringata ma altrettanto eloquente la posizione che è emersa dal Quirinale dopo l’incontro con il premier, definito “cordiale” ma aggiungendo che nessun testo di decreto è stato presentato (che come detto sarebbe un passo irrituale) dal premier e men che meno è stata assunta alcuna decisione. Ma Salvini non ha lasciato passare la cosa. Il presidente della Repubblica, ha detto, ha il testo del dl sicurezza bis. “Tutti hanno tutto – ha detto il ministro – qua c’è il frutto del lavoro di questi giorni, il decreto è pronto nel suo articolato. L’immigrazione è una minima parte, sono 18 articoli, per me quello più importante è quello sulla lotta alla camorra e alla mafia”.

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