Colpo ai fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro, 11 arresti. Lo Voi: non c’è “camorrizzazione” di Cosa Nostra

Colpo ai fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro, 11 arresti. Lo Voi: non c’è “camorrizzazione” di Cosa Nostra
3 agosto 2015

di Giuseppe Novelli

denaroUn nuovo durissimo colpo alla rete di fiancheggiatori del boss latitante Matteo Messina Denaro (foto) è stato messo a segno dalla Polizia di Palermo, che dalle prime luci dell’alba ha eseguito 11 provvedimenti restrittivi nell’ambito di un’operazione coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia. Arresti e perquisizioni sono avvenute tra le province di Palermo e Trapani, ed hanno riguardato esponenti di vertice delle famiglie di Cosa nostra trapanese vicini alla primula rossa di Castelvetrano. All’operazione, eseguita dalle Squadre Mobili di Palermo e Trapani con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, ha partecipato anche personale del ROS dei Carabinieri. I provvedimenti restrittivi riguardano i vertici del mandamento di Mazara del Vallo e dei “feudi” del latitante di Salemi, Santa Ninfa, Partanna. Le indagini, tese a disarticolare la rete di supporto di Matteo Messina Denaro, rappresentano un’ulteriore progressione investigativa delle operazioni “Golem I e II” ed “Eden I e II”, della Polizia di Stato e dei Carabinieri, a carico di fiancheggiatori e parenti del latitante. In particolare, gli inquirenti hanno fatto luce sul sistema di comunicazione usato dal numero 1 di Cosa nostra, che come avvenuto in passato anche per altri boss si avvaleva di una fitta rete di corrieri di “pizzini”, attraverso i quali impartiva le sue direttive. Ulteriori dettagli saranno forniti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle 11 in Procura.

11 arresti

Successivamente agli arresti che portarono, con le operazioni Golem I e II ed Eden I e II, ad un primo smantellamento della rete di fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro, il “servizio postale” del numero 1 di Cosa nostra si era ricompattato attraverso l’impiego di esponenti di primo piano di Cosa nostra trapanese. Tra questi vi erano Vito Gondola, anziano capomandamento di Mazara del Vallo, Michele Gucciardi, della famiglia mafiosa di Salemi, Pietro Giambalvo, di Santa Ninfa e Giovanni Scimonelli di Partanna. Il metodo di comunicazione di Messina Denaro è sempre quello “storico” dei pizzini: un sistema che si avvaleva dell’apporto di insospettabili che si incontravano in luoghi isolati delle campagne trapanesi. A individuare i corrieri, indicati come “tramiti”, era lo stesso Gondola, che gestiva la corrispondenza della primula rossa di Castelvetrano. Sono quindi emersi personaggi incensurati, come Michele Terranova che garantiva un discreto collegamento tra lo stesso Gondola e Gucciardi. E ancora Giovanni Loretta, autotrasportatore, che tramite Leonardo Agueci consentiva le comunicazioni tra Gondola e Giambalvo.
La trasmissione della corrispondenza avveniva ogni 3 mesi, in aperta campagna, e una volta esaurita prevedeva l’immediata distruzione dei pizzini. “Matteo Messina Denaro ha in mano Cosa nostra trapanese – ha detto in conferenza stampa Renato Cortese, capo dello Sco -. Non si muove foglia senza il suo placet. Ha il pieno controllo dell’asse criminale della provincia”.

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LO VOI “Escludiamo si possa parlare di `camorrizzazione’ di Cosa nostra”. Lo ha detto il procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi, intervenendo in conferenza stampa in Procura dopo l’arresto di 11 presunti fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro. “Cosa nostra rimane un’organizzazione unitaria – ha detto Lo Voi -. E’ evidente che all’interno di ciascun mandamento si curano gli interessi propri del mandamento, ma ciò non vuol dire che non ci siano decisioni prese collettivamente, e che ciascuno operi in modo indipendente. Non c’è affatto camorrizzazione di Cosa nostra”.

RENZI  “Sono grato a investigatori, forze dell’ordine e a tutti i rappresentanti dello Stato per il colpo inferto all’organizzazione mafiosa con la cattura di molti uomini del giro di Matteo Messina Denaro. Grazie a nome del Governo. E avanti tutta per andare finalmente a catturare anche il boss superlatitante. L’Italia c’è, tutta insieme e tutta unita contro la criminalità organizzata”. Lo scrive su Facebook il premier, Matteo Renzi.

ALFANO “Presi questa mattina vertici di #CosaNostra e presunti favoreggiatori del boss latitante #MessinaDenaro. Lo #StatoVince la mafia perde”. Lo scrive su Twitter, il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, a proposito degli undici arresti di oggi di fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro.

SENATORI AP  “L’operazione di polizia di oggi nelle province di Palermo e Trapani è un ulteriore colpo messo a segno dallo Stato nella lotta contro la mafia. Come già in diverse occasioni ha ripetuto il ministro Alfano l’obiettivo è arrestare il latitante Messina Denaro e l’operazione in corso ha consentito di portare alla luce una fitta rete di connivenze e favoreggiamenti. Il cerchio intorno a Messina Denaro si sta stringendo. Alle Forze dell’Ordine va naturalmente il ringraziamento per quanto fatto, ma anche per quel lavoro quotidiano e silenzioso che poi consente di mettere a segno operazioni così importanti”. Lo dichiarano i senatori di Area popolare Ncd-Udc, Salvatore Torrisi e Giuseppe Pagano, componenti della Commissione Antimafia.

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MIRABELLI (Pd) “Oggi lo Stato ha dato un altro colpo durissimo alla mafia. Matteo Messina Denaro dopo oggi è più solo e isolato, la sua cattura più vicina. Grazie ai magistrati e agli investigatori che da anni, in silenzio, hanno svolto e svolgono un lavoro quotidiano faticoso e accurato. Il merito è soprattutto loro”. Lo scrive in una nota il senatore Franco Mirabelli, capogruppo Pd in commissione Antimafia. “Essi rappresentano al meglio uno Stato che combatte le mafie, che in questi anni ha inferto loro colpi durissimi e che è impegnato ogni giorno, con le forze di polizia, con il lavoro delle procure antimafia, con l’impegno del Parlamento a migliorare le leggi, per contrastare la criminalità organizzata. Vanno riconosciuti i risultati – conclude Mirabelli – e il valore dell’azione delle istituzioni tutte contro la mafia. Chi presenta, come qualcuno fa, lo Stato come debole e imbelle di fronte alla criminalità organizzata non solo è smentito dai fatti, ma alimenta divisioni che non aiutano la lotta alle mafie”.

BINDI “La latitanza di Matteo Messina Denaro da oggi e’ molto piu’ difficile. L’operazione che ha permesso di smantellare, con 11 arresti, la rete di fedelissimi uomini d’onore che aiutava il boss di Cosa Nostra ad esercitare il ruolo di comando e conservare il suo potere economico costituisce un rilevante successo del lungo e paziente lavoro d’indagine condotto dalle forze di polizia giudiziaria e dai magistrati della Dda di Palermo, che ringrazio per questo risultato, cosi’ significativo, che testimonia la determinazione delle istituzioni nella lotta alla mafia”. Cosi’ Rosy Bindi, presidente della commissione Antimafia.

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TURANO “La rete criminale che soffoca la nostra terra ha subito un durissimo colpo. Sono certo che lo straordinario impegno degli inquirenti e delle forze di polizia portera’ a breve alla cattura di Matteo Messina Denaro”. Lo afferma Mimmo Turano, capogruppo dell’Udc all’Ars, commentando l’operazione che ha sgominato la rete del latitante di Castelvetrano.

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