Nuovo colpo alla “Cupola”, fermato il nipote del “Papa”

22 gennaio 2019

Nuovo colpo alla ‘Cupola’. Si pentono due boss di primo piano e, un mese e mezzo dopo il clamoroso blitz coordinato dalla Dda di Palermo che il 4 dicembre ha smantellato la ricostituita Commissione provinciale di Cosa nostra, sono state fermate altre sette persone. Si tratta di Leandro Greco, detto “Michele” (incensurato nipote di Michele Greco, il ‘Papa’ di Cosa nostra), capo, come il nonno, dello storico mandamento di Ciaculli; e Calogero Lo Piccolo, (figlio del boss Salvatore Lo Piccolo), scarcerato dopo una condanna per Mafia, al vertice, come il papa’, del mandamento di San Lorenzo-Tommaso Natale: esponenti di primo piano che, anche in forza dei loro cognomi, avevano stabilito un asse per rilanciare l’organizzazione: c’erano anche loro alla riunione della ‘Commissione’ del 29 maggio che ha fissato le regole dell’organismo direttivo.

Fermati pure Giovanni Sirchia, esponente di spicco della cosca di Passo di Rigano, che ha partecipato attivamente all’organizzazione del summit; nonche’ Giuseppe Serio, Erasmo Lo Bello, Pietro Lo Sicco e Carmelo Cacocciola, cui sono state contestate anche diverse estorsioni. Un seguito, dunque, dell’operazione “Cupola 2.0”, reso possibile dallo sgretolamento, questa volta ad alti secondo i pm, la recente collaborazione dei capi mandamento Francesco Colletti e Filippo Bisconti: i due hanno ammesso il loro ruolo ai vertici di Villabate e Belmonte Mezzagno; poi hanno confermato la riorganizzazione della Commissione provinciale, specificando le dinamiche interne, fornendo importanti elementi su Greco e Lo Piccolo, spiegando di avere preso parte al summit che voleva ridare vigore alla ‘Cupola’. Dalle intercettazioni c’e’ la certificazione del ruolo dei fermati: in un colloquio in carcere i fratelli Giuseppe e Giovanni Di Giacomo lo dicono chiaramente: “Ora a Ciaculli c’e’ il nipote”.

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Ambizioni antiche, ma anche affari a ogni livello: la messa a posto per gli appalti con la classica percentuale del 3% che vedono impegnati in un colloquio captato due dei fermati di oggi, Carmelo Cacocciola ed Erasmo Lo Bello; e le imposizioni di ‘regole di mercato’ mafiose: “Qua a Mondello, frutti di mare non ne puoi vendere”. La Mafia, quella di sempre. In azione i carabinieri del Roni e del Comando provinciale, nonche’ della Squadra mobile. L’operazione “Cupola 2.0” il 4 dicembre aveva inferto un colpo decisivo all’intero gotha della Mafia di Palermo, pilastri della rinnovata Commissione provinciale. Tra i 47 fermati di allora, il nuovo capo della ‘Cupola’, l’80enne gioielliere Settimo Mineo (capo mandamento di Pagliarelli), prescelto quale piu’ anziano tra i capi mandamento, e una parte dei componenti della Commissione, come Gregorio Di Giovanni (capo mandamento di Porta Nuova), e i due boss pentiti Colletti e Bisconti che continuano a parlare e a fare nomi. Trema Cosa nostra e la sua rete di complicita’.

IL CAPO DELLA DDA

“Il numero dei fermati non e’ rilevante, ma lo e’ dal punto di vista qualitativo. Il primo punto da sottolineare e’ che come forse mai accaduto abbiamo avuto, nel giro di un mese rispetto al provvedimento del 4 dicembre, l’avvio di due nuove collaborazioni con la giustizia. Non si tratta di collaboratori provenienti dall’area della manovalanza, ma di due personaggi di vertice, gia’ oggetto di indagini e che hanno subito provvedimenti di carcerazione. E’ un dato importante perche’ conferma la correttezza dell’impostazione di quel provvedimento e lo arricchisce di ulteriori elementi”. Lo ha detto il capo della Dda di Palermo, Francesco Lo Voi, nel corso della conferenza stampa per illustrare i dettagli dell’operazione di stanotte condotta da carabinieri e polizia, con il fermo di 7 persone, tra cui il nipote di Michele Greco, Leandro, e il figlio di Salvatore Lo Piccolo, Calogero.

“La ricostruzione di dicembre viene confermata dai due nuovi collaboratori che sono capi mandamento, e non reggenti. Entrambi i collaboratori confermano inoltre che non si trattava di una ‘mezza cupola o cupoletta’, non si trattava di qualche vecchietto – ha proseguito il procuratore capo – che tornava in azione, ma dell’effettivo ritorno in campo della commissione provinciale con soggetti di provata esperienza. Tanto e’ vero che due dei fermati provengono fa famiglie di alto lignaggio mafioso: i Greco e i Lo Piccolo. Si tratta di uomini di spicco, giovani, che conferma l’intuizione degli investigatori: un rinnovamento che si inserisce nel solco della tradizione per motivi storici e familiari”.

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