Commissione Antimafia: sei incandidabili in Sicilia, uno a Ostia

Commissione Antimafia: sei incandidabili in Sicilia, uno a Ostia
La presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi
29 novembre 2017

“Abbiamo accertato casi di incandidabilità numericamente limitati”, un totale di “sette, di cui sei in Sicilia, uno a Ostia”. Così la presidente della commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi, facendo il punto sul lavoro compiuto dall’organismo parlamentare relativamente agli accertamenti sui candidati che si sono presentati alle elezioni amministrative del 5 novembre scorso in Sicilia e a Ostia. La presidente dell’Antimafia ha specificato che una posizione è risultata “incandidabile per la Severino, mentre le altre sei per il nostro codice di autoregolamentazione, varato nel 2014”, aggiungendo che non saranno resi noti i nomi dei candidati ‘impresentabili’: “Non sono definitivi tutti i nostri accertamenti – ha spiegato – né sappiamo se scatterà sospensione in base alla Severino”. La rilevazione della Commissione ha riguardato le situazioni alla data del 16 ottobre: “Quindi non potevano emergere – ha spiegato Bindi – le situazioni che si sono poi tradotte in provvedimenti giudiziari, comprese le ordinanze di custodia cautelare in carcere, che sono state eseguite dopo le elezioni, come il caso di Cateno De Luca (Udc), Genovese (Forza Italia) in quanto, a quel momento, ancora in fase di indagine, come anche altri casi emersi successivamente”. “Complessivamente – ha detto Bindi – i candidati sono stati in tutto circa 1.500, considerando la Sicilia, Ostia e i due comuni di Mazzarrà Sant’Andrea, nel Messinese, e di Nardodipace, nella provincia calabrese di Vibo Valentia, entrambi sciolti per mafia”. “In base ad un accordo unanime tra i gruppi -ha spiegato la presidente dell’Antimafia- si era convenuto di non rendere pubbliche eventuali risultanze prima dell’ultima settimana precedente le lezioni”. “Le coordinate temporali erano state determinate in modo da evitare sovrapposizione con l’ultima settimana di campagna elettorale” poiché i tempi “dell’attività di verifica sono alquanto ridotti, ristretti tra i termini delle operazioni di ammissione delle candidature da parte delle commissioni elettorali e poi della campagna elettorale”.

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