Condannata mafia nigeriana a Palermo, 90 anni di carcere

Condannata mafia nigeriana a Palermo, 90 anni di carcere
21 maggio 2018

Arrivano, in primo grado, le condanne per gli esponenti della “Black Axe”, la mafia nigeriana. Quasi 90 anni di carcere per 14 imputati che hanno scelto il rito abbreviato, componenti di una agguerrita e strutturata gang che agiva nel popolare quartiere di Ballaro’ di Palermo, controllando con violenza soprattutto i mercati della droga e della prostituzione. Organizzata come un esercito, con capi, ruoli e poteri ben definiti. Il 5 aprile scorso il pm Gaspare Spedale aveva chiesto oltre un secolo di carcere. Regge dunque la richiesta di condanna per 416 bis, l’aggravante dell’associazione mafiosa. Il gup Claudia Rosini ha condannato Alaye Samson Obama e Ibrahim Yusif a 14 anni; 8 anni per Osayi Idemudia; 6 anni per Kennet Osahon Aghaku, Steve Osagie, Sylvester Collins. 4 anni e 8 mesi mesi per Evans Osayamwen e Vitanus Emetuwa; 4 anni e 5 mesi per Lucky Monye, Nosa Inofogha, Victor Jude e Efe Airbe; 2 anni e 8 mesi per Austine Johnbull. Il gup ha condannato a 3 anni e 4 mesi Edith Omoregie (unica donna sotto processo, per cui e’ caduta l’ipotesi di associazione mafiosa); Austine Johnbull, dopo l’arresto, ha deciso di collaborare, divenendo il primo pentito a svelare a magistrati ed investigatori i segreti – e i riti – di Black Axe, nata in Nigeria negli anni Settanta, presente con una folta comunita’ nel capoluogo siciliano.

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Stessa scelta fatta anche da Nosa Inofogha e Evans Osayamwen. Il Black Axe tra i gruppi africani presenti in Italia e’ quello ritenuto piu’ forte e pericoloso, “il cui vincolo associativo – hanno sottolineato gli analisti della Dia – viene esaltato da una forte componente mistico-religiosa”: nato a Benin City negli anni Settanta, qui risulta attivo per lo piu’ a Torino, Novara, Alessandria, Verona, Bologna, Roma, Napoli e Palermo. L’ammissione all’organizzazione e’ subordinata a un rito di affiliazione, cui segue l’assunzione di ruoli ben definiti: il potere di azione degli appartenenti non si limiterebbe, peraltro, al territorio italiano, potendo operare anche in Nigeria, grazie ai forti contatti con l’organizzazione ‘madre’. Traffico di droga e tratta di esseri umani finalizzata alla prostituzione sono il core business della criminalita’ nigeriana, nota anche per la sua vocazione alla violenza e per un vincolo associativo esaltato da una forte componente mistico-religiosa”. I gruppi nigeriani riescono a garantirsi, all’origine, l’acquisto della droga convogliata nei laboratori di stoccaggio, in Nigeria, Togo e nelle nazioni limitrofe. Gli stupefacenti, una volta lambita l’Africa occidentale, raggiungono l’Italia attraverso varie direttrici.

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