Condannato per aver sparato a ladro: “Calpestato dalla giustizia”

Condannato per aver sparato a ladro: “Calpestato dalla giustizia”
Walter Onichini, il macellaio di Legnaro
20 dicembre 2017

“Mi sento calpestato dalla giustizia italiana, messo sullo stesso livello dei delinquenti veri che vengono tutelati”. Lo dice a La Zanzara su Radio 24 Walter Onichini, il macellaio di Legnaro, in provincia di Padova, che è stato condannato a 4 anni e 11 mesi per aver ferito a colpi di pistola un giovane ladro albanese. Poi, mentre lo stava portando in ospedale, lo lasciò sul ciglio di una strada. “I giornalai – dice – scrivono tante cose false. Erano in quattro dentro casa, tre albanesi e un marocchino. Uno mai identificato, gli altri tre già pregiudicati, esperti in rapine. Quello ferito stava benissimo, nelle poche udienze in cui era presente in tribunale per chiedere il risarcimento stava benissimo, non aveva nessun difetto. Non ha avuto nessuna conseguenza, abbiamo dei video che saliva le scale correndo. Non servono nemmeno i video perché dopo essere stato ferito è evaso dai domiciliari ed ha compiuto altre rapine in Belgio”. E` vero che lo ha lasciato in mezzo alla strada mentre lo portava in ospedale? “Questo signore dopo essersi accorto che era dietro, in macchina, mi chiede di fermarmi perché voleva che lo portassero i suoi amici. Lo stavo portando in ospedale. Mi fermo e lui mi aggredisce, è tutto documentato da una ecografia fatta in ospedale. A quel punto sono tornato indietro perché avevo paura che i miei potessero subire aggressioni dai suoi colleghi rapinatori”. Ha tentato di sparargli addosso mentre era in giardino con gli altri? “Io ho sparato sopra alla macchina, non volevo colpirlo. Sono sceso disarmato, ho preso il signore perché volevo portarlo in ospedale. Lui annuisce con la testa. Non avevo il telefono, e il cellulare era in macchina in carica. Per questo non ho chiamato l`ambulanza”.

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E` stato condannato a pagare più di 24mila euro, per ora: “Abbiamo fatto appello, ma i soldi per il risarcimento non li ho. Per difendermi, tra avvocati e perizie, ho dovuto vendere diverse cose. Ho speso tanto, ho venduto una macchina, una vecchia casa da ristrutturare e altre cose. Sono stato rovinato economicamente, psicologicamente e nella mia vita familiare”. “Questa cosa – prosegue Onichini – non doveva accadere. Il signore che ho ferito era stato estradato già sei volte dall`Italia. Se non era qui non rovinava me e la mia famiglia, il mio lavoro e la mia vita. E poi doveva essere arrestato ma nessuno ha firmato l`ordine di carcerazione ed è scappato… E per me invece il calvario continua. Non ho alcuna fiducia nello stato italiano. Da una parte c`è uno che ha sempre lavorato che non ha mai preso una multa, e dall`altra un pluripregiudicato. Io sono stato condannato, l`altro è scappato, ed è libero di fare quello che vuole”. Ha paura del carcere? “Ho paura della galera, di quale fine farà la mia famiglia, ho paura di guardarmi le spalle perché la polizia mi dice che potrebbero tornare, non sono dei rubagalline. Sono partiti in quattro, hanno fatto 450 chilometri con un obiettivo ben preciso”. Lei è stato appoggiato dagli indipendentisti veneti: “Indipendentisti? Io guardo in faccia le persone, sono stati i primi a essere presenti, ad aiutarmi, a venire a casa mia. Non guardo bandiere e colori. Guardo le facce di chi si presenta a dare solidarietà. Non ho mai votato, la politica non mi interessa. Sono andato solo a votare sì al referendum per l`autonomia del Veneto”.

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